Morì per un farmaco sbagliato, l’infermiera non parla
Nulla di fatto in sede di incidente probatorio. La donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere in quanto indagata
Udienza lampo questa mattina davanti al gip di Busto Arsizio Nicoletta Guerrero per l’incidente probatorio sulla morte di Nando Paladino, l’angerese 64enne che venne ricoverato all’ospedale Sant’Abate di Gallarate e morì nel dicembre del 2008 in seguito «alla somministrazione di un farmaco al quale era allergico» – sostiene il legale della famiglia Paladino, Roberto Aventi. L’infermiera, indagata insieme ad altre 8 persone, si è avvalsa della facoltà di non rispondere in quanto in veste di indagata, appunto,ha deciso di esercitare tale diritto. Il passaggio, dunque, non è servito purtoppo a chiarire una vicenda dolorosa per la quale i parenti chiedono giustizia.
Secondo l’accusa, infatti, al Paladino fu somministrata dell’amoxicillina e da poco aveva scoperto questa allergia all’ospedale di Angera dove era stato ricoverato poche settimane prima. I familiari sostengono che sulla cartella clinica del loro caro era segnalata l’allergia di cui soffriva. L’incidente probatorio era stato richiesto dalla difesa di uno degli imputati medici per mettere a confronto le parole dell’infermiera. Il pm Luca Gaglio ha condotto delle indagini approfondite sequestrando le cartelle cliniche e arrivando ad ipotizzare che il farmaco sbagliato fu somministrato addirittura due volte: la prima volta l’uomo venne salvato ma alla seconda somministrazione intervenne la morte. Due dei nove indagati ha chiesto il rito abbreviato e comparirà davanti al gup il prossimo 9 febbraio.
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