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Spacciatori seduti ai tavoli dei bar: 4 arresti

I pusher passavano tutti i pomeriggi nei locali aspettando le chiamate degli acquirenti. Ai carabinieri è bastato seguire un cocainomane seriale per arrivare a tutti venditori

Il reparto operativo dei carabinieri di Varese ha arrestato 4 persone, raggiunte da ordinanza di custodia cautelare, firmata dal Gip Cristina Marzagalli, su richiesta del pm Sara Arduini, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di “cavalli”, ovvero spacciatori al dettaglio, ultimo terminale di una lunga catena di fornitori di droga nei comuni del Varesotto e anche nel Bergamasco, che era già stata colpita nel 2009 con l’arresto di 9 magrebini, grazie anche alle unità cinofile dei carabinieri di Orio al Serio (Bergamo). Alla fine si è arrivati a un totale 500 grammi di cocaina sequestrata e 200 grammi di hashish. Vi sono state anche, mercoledì all’alba, 12 perquisizioni, ad altrettanti soggetti, tra cui nove italiani. Il giro di denaro ipotizzato dalle accuse era di circa 5000 euro ogni mese. I comuni dove si spacciava sono Biandronno, Gavirate, Travedona, Besozzo, Brebbia, Laveno. (foto; il capitano Massimiliano Corsano comandante del nucelo operativo dei carabinieri di Varese, il capitano Dario Mineo comandante della compagnia di Varese).
I quattro arrestati sono un 40enne marocchino di Bardello, un impiegato italiano 33enne di Besozzo, un impiegato italiano 21enne di Travedona, un operaio italiano 31enne di Gavirate. Fanno parte di un gruppo di spacciatori, che sono stati osservati e pedinati, mentre vendevano cocaina e hashish, contrattando al telefono con gli assuntori. Sia i marocchini che gli italiani avevano un rituale per la vendita: aspettavano le chiamate seduti in alcuni bar tabacchi delle zone coinvolte, dove erano soliti passare i pomeriggi, seduti al tavolino, apparentemente senza fare nulla, ma in realtà aspettando l’arrivo dei clienti. Gli scambi erano programmati attraverso un linguaggio in codice: «Andiamo a bere un aperitivo» o «andiamo a bere una birra» e avvenivano sempre al di fuori dei locali. L’acquirente entrava e lasciava i soldi, si allontanava, poi veniva avvisato del luogo dove era stato nascosto lo stupefacente. I carabinieri li hanno ascoltati di nascosto, ma soprattutto pedinati di continuo per mesi. Soprattutto grazie a un ragazzo di Varese di 30 anni, un assuntore cronico di cocaina, che aveva attirato l’attenzione per la sua vita smodata, i tanti soldi a disposizione e il continuo peregrinare tra locali. Il giovane acquistava con grande regolarità droga, ed è stato molto utile agli acquirenti: ogni volta che i carabinieri toglievano dalla piazza il suo fornitore, ne contattava subito un altro, e faceva dunque da involontaria spia per l’indagine.
L’inchiesta è partita nel gennaio del 2009 con l’arresto di un marocchino a Biandronno trovato con 30 grammi di cocaina e 4mila euro in contanti, seguito dall’arresto nel maggio del 2009 di due marocchini a Sesto Calende con 170 grammi di cocaina, e dall’arresto di 6 marocchini tra Varese e Bergamo l’11 giugno del 2009, con il sequestro di 80 grammi di cocaina e 5mila euro in contanti.

Pubblicato il 24 Marzo 2011
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