Cinquecento anni di storia della comunità in mostra
Domenica 5 settembre apre la mostra sull'archivio storico della parrocchia: i documenti raccontano la vita del paese nei secoli
È un archivio ricco di cultura e storia quello della parrocchia S.Stefano di Taino. Per farlo conoscere, è stata organizzata una mostra, intitolata "Documenti e oggetti sacri del patrimonio storico-artistico della parrocchia di Taino", allestita nella sala “don Martino Vignati” in Piazza della Chiesa. L’inaugurazione avverrà domenica 5 settembre alle ore 11,30.
Si tratta della seconda mostra di testimonianze del passato della chiesa tainese, organizzata sempre in occasione dell’annuale festa del “Dumin”, il giornale parrocchiale. L’anno scorso furono presentati oggetti di arte sacra e arredi, quest’anno invece i protagonisti saranno i documenti storici. La parrocchia ne possiede moltissimi, per cui sono stati selezionati quelli che offrono indicazioni sulle attività svolte in passato dai parroci, come l’istruzione, l’accoglimento degli “esposti”, la costruzione della nuova chiesa. Il documento più antico è proprio l’atto di istituzione della parrocchia di Taino con Cheglio, risalente al 1579.
Nella mostra ci saranno documenti che autenticano le reliquie conservate nella chiesa di S.Stefano, alcune per la prima volta visibili al pubblico. Tra gli atti provenienti dal Vaticano, alcune circolari papali, una delle quali riguarda la condanna dell’attività dei Carbonari.
Molto interessante è la ricostruzione dell’accoglienza degli esposti, ossia dei bambini lasciati alle istituzioni dalle madri naturali, impossibilitate ad allevarli o solo ad allattarli. Questi bambini tramite i parroci trovavano delle famiglie in grado di accudirli. A Taino l’accoglienza degli esposti e il baliatico erano attività molto diffuse, come testimoniano i documenti dell’allestimento, in quanto i soldi che le famiglie “allevatrici” ricevevano erano utili per arrotondare le magre entrate dei contadini. Le testimonianze raccontano come i parroci tainesi, tra cui don Cominetti e don Gadda, ebbero proprio il ruolo di tramite tra le famiglie tainesi e le istituzioni pubbliche.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.