Il muro divide il centrodestra. La Torri invoca Totti
Palazzo Verbania gremito di persone per l'incontro di presentazione dei tre candidati sindaco. Andrea Pellicini (Lista “Una nuova frontiera”), Vincenzo Liardo (Lista “Luino 2010”) e Rosaria Torri (lista “Luino futura”)
Nell’incontro pubblico di Palazzo Verbania, organizzato e moderato da Davide Boldrini, direttore del settimanale “L’Eco del Varesotto”, i tre candidati alla carica di sindaco di Luino hanno dato prova che la politica , quando vuole, riesce a dare una buona immagine di sé. Che non fosse una campagna elettorale facile, lo si sapeva. Ma la spaccatura all’interno della Pdl, tra i candidati Andrea Pellicini (Lista “Una nuova frontiera”) e Vincenzo Liardo (Lista “Luino 2010”), un tempo alleati, non ha generato tensioni, se non verso la fine della serata, per un piccolo "sconfinamento verbale" dell’assessore provinciale. La presenza di un outsider come Rosaria Torri (lista “Luino futura”, centrosinistra) ha incuriosito, forse più per la sua evidente «emozione» che per le proposte di programma. Impagabile la sua battuta «ne so poco più del Totti», a proposito della creazione di un polo informatico a Luino. (foto, da sinistra: Andrea Pellicini, Rosaria Torri e Vincenzo Liardo).
Del resto, come ha sottolineato Giancarlo Angeleri, direttore della “Prealpina” che, insieme ai giornalisti Cesare Chiericati e Michele Mancino, aveva il compito fare le domande ai candidati, «i programmi non si discostano molto l’uno dall’altro». Tutti d’accordo sulla vocazione turistica della città, sulla valorizzazione del mercato e del lago. «Vogliamo diventare il polo turistico dell’Alto Verbano» ha detto Liardo. Ma il tema del turismo è strettamente legato allo sviluppo delle infrastrutture senza le quali non si va (e nemmeno si arriva) molto lontano. Pellicini ha ricordato che il problema delle infrastrutture e della viabilità dovrebbe essere affrontato «in sinergia con il resto del territorio» mentre per valorizzare l’accoglienza della città «occorre ripensare l’arredo urbano a partire da piazza Libertà».
Il candidato di “Luino 2010” ha ricordato le eccellenze industriali che caratterizzano il territorio e come la parziale riqualificazione dell’area Ratti abbia permesso di riprendere una produzione industriale piccola, ma significativa. I due “big” del centrodestra spaccato hanno puntato molto sulla continuità della politica cittadina, soprattutto per quanto riguarda la famiglia e i giovani.
Del resto, come ha sottolineato Giancarlo Angeleri, direttore della “Prealpina” che, insieme ai giornalisti Cesare Chiericati e Michele Mancino, aveva il compito fare le domande ai candidati, «i programmi non si discostano molto l’uno dall’altro». Tutti d’accordo sulla vocazione turistica della città, sulla valorizzazione del mercato e del lago. «Vogliamo diventare il polo turistico dell’Alto Verbano» ha detto Liardo. Ma il tema del turismo è strettamente legato allo sviluppo delle infrastrutture senza le quali non si va (e nemmeno si arriva) molto lontano. Pellicini ha ricordato che il problema delle infrastrutture e della viabilità dovrebbe essere affrontato «in sinergia con il resto del territorio» mentre per valorizzare l’accoglienza della città «occorre ripensare l’arredo urbano a partire da piazza Libertà».
Il candidato di “Luino 2010” ha ricordato le eccellenze industriali che caratterizzano il territorio e come la parziale riqualificazione dell’area Ratti abbia permesso di riprendere una produzione industriale piccola, ma significativa. I due “big” del centrodestra spaccato hanno puntato molto sulla continuità della politica cittadina, soprattutto per quanto riguarda la famiglia e i giovani.
«Noi siamo l’unica e vera alternativa» ha detto la Torri. L’approccio alla politica della candidata di “Luino Futura” è un po’ svizzero nel metodo, visto che punta sulla partecipazione e sulla democrazia partecipativa «necessari per rendere i cittadini protagonisti nelle scelte amministrative fondamentali». Secondo la Torri, Luino deve guardare ai grandi temi della sostenibilità ambientale e quindi inserirsi nel grande dibattito politico-economico europeo.
Il confine con la Svizzera è un elemento immanente nella vita dei luinesi. Il giornalista Cesare Chiericati, per anni “arruolato” nella Rtsi (Radio televisione della Svizzera italiana) e profondo conoscitore del tema, ha chiesto ai candidati quale tipo di politica rispetto all’area insubrica intendevano avere in caso di elezione. Unanime la visione dei tre potenziali sindaci: la Svizzera è un’opportunità per lo sviluppo turistico ed economico. Pellicini si è spinto un po’ più in là, candidando Palazzo Verbania a sede della Regio Insubrica.
La domanda su cosa fare del muro della discordia, quello del progetto Parco a lago, Angeleri l’ha piazzata sul finale. Liardo ha annunciato che nel caso di elezione manterrà la delega all’urbanistica, proprio per occuparsi personalmente del progetto. Più che difendere il muro, l’attuale vicesindaco ha rivendicato il merito della “raccolta” dei fondi necessari alla riqualificazione dell’area, pari a un milione di euro. «Io prenderei le colonne di piazza Libertà e con quelle spaccherei il muro del Parco a lago, così farei fuori due cose brutte con una sola azione – ha replicato Pellicini – . È solo una battuta, non accetto però che un urbanista mi dica che bisogna guidare l’occhio delle persone. E comunque, se verrò eletto, nominerò un assessore all’urbanistica esterno».
Per Rosaria Torri fare marcia indietro sarebbe l’ideale, in nome del lago e dei luinesi.
Il muro della discordia, per il momento, rimane in piedi. Dopo le elezioni si vedrà.
Per Rosaria Torri fare marcia indietro sarebbe l’ideale, in nome del lago e dei luinesi.
Il muro della discordia, per il momento, rimane in piedi. Dopo le elezioni si vedrà.
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