Contratto di solidarietà alla Leggiuno
Soddisfazione del sindacato Femca Cisl: il principio "lavorare meno, lavorare tutti" trova applicazione evitando esuberi e attutendo gli effetti della crisi
Importante accordo sul “Contratto di Solidarietà” siglato venerdì presso la Leggiuno, storica azienda del sistema moda sita nell’omonimo Comune del Verbano e leader nella fascia medio alta del tessuto per camiceria.
"L’intesa" scrive soddisfatto il segretario generale Femca Cisl Luigi Cannarozzo a vertenza conclusa "conferma che se esistono comuni volontà tra le parti decise a mantenere i livelli occupazionali e le professionalità esistenti, anche nell’attuale drammatica fase di crisi industriale e in particolare nel tessile, si possono individuare soluzioni che consentono di adottare misure alternative al licenziamento collettivo".
La riduzione sempre più marcata delle richieste dei prodotti di fascia alta e il frazionamento della tipologia degli ordinativi, infatti, "avevano creato le condizioni per fare considerare alla Leggiuno un intervento di incisività ed immediatezza tale da comprendere l’attivazione di una procedura di mobilità per 23 lavoratori tra operai (15) ed impiegati (8)".
Da settembre si è aperto un confronto sindacale finalizzato a ricercare ammortizzatori sociali alternativi e che ha individuato il Contratto di Solidarietà come strumento adatto ad evitare gli esuberi.
L’accordo, riferisce il sindacato, prevede che la società, che occupa attualmente 227 lavoratori, fra cui 6 dirigenti, 3 quadri, 45 impiegati, 169 operai e 4 apprendisti, dal prossimo 2 novembre e per un periodo di 24 mesi, farà ricorso al Contratto di Solidarietà per un numero massimo di 116 persone che saranno interessate ad una riduzione del 20% dell’orario di lavoro su base settimanale, per una quota pari, quindi, ad un giorno la settimana.
"L’evidente approccio e sollecitazione sindacale alla problematica individua una soluzione al sistema organizzativo e del processo produttivo aziendale e pertanto, ripartisce il calo di lavoro fra i lavoratori e consente di mantenere inalterati i livelli occupazionali". In sintesi “lavorare meno per lavorare tutti”.
"Inoltre" rileva Cannarozzo, va ricordato "il recente decreto legislativo del mese di luglio che ha migliorato le condizioni economiche a favore dei lavoratori interessati aumentando dal 60% all’80%, la quota della integrazione salariale delle ore non lavorate, rende lo strumento, in un ambito congiunturale, più favorevole che in passato e utile a gestire sia una flessione di mercato sia una modifica degli assetti organizzativi. Tuttavia rimane ancora incomprensibile e paradossale come, nonostante tutte le rassicurazioni e le azioni predisposte dal Governo sul “tema crisi”, tese ad estendere gli ammortizzatori sociali, potenziare gli strumenti di tutela a favore dei lavoratori e destinare ad esse apposite risorse finanziarie, ad oggi, a distanza di mesi, manca il decreto attuativo del Governo stesso che consente di applicare le disposizioni legislative migliorative in merito al Contratto di solidarietà".
L’auspicio è pertanto "che si passi dalle parole ai fatti con azioni concrete che rendano concretamente attuabili soluzioni legislative che consideriamo positive. In tal senso si è convenuta l’anticipazione aziendale delle integrazioni retributive a favore dei lavoratori, oltre a riunioni periodiche che serviranno a verificare le modalità di gestione organizzativa e analizzare eventuali evoluzioni del mercato ed esigenze dei lavoratori".
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