“L’albo pretorio non serve per la propaganda”
Il consigliere di Insieme per Sesto, Luca Boni, ha presentato un'interrogazione perchè sullo spazio sono apparsi documenti non ufficiali. Il sindaco: "Stiamo riorganizzando il comune, l'albo è stato spostato"
Delibere, ordinanze o atti da portare a conoscenza del pubblico secondo norme di legge o regolamenti. Questo deve contenere l’albo pretorio del comune. Ma in alcuni casi trova spazio anche altro. In quello del Comune di Sesto Calende sono apparse una serie di slide relative ad un intervento del sindaco nella seduta del 28 settembre del consiglio comunale.«Nell’albo pretorio però quei documenti non ci possono stare nemmeno per un giorno – spiega il consigliere di Insieme per Sesto, Luca Boni -. Abbiamo così deciso di presentare nella scorsa seduta (13 ottobre, ndr) del consiglio comunale un’interrogazione sull’uso di quello spazio e sul rispetto della par condicio tra gli eletti dei cittadini. Dal sindaco abbiamo ricevuto una risposta pessima. Avrebbe potuto riconoscere l’errore o aprire un confronto e invece ha detto delle falsità. Secondo il sindaco infatti saremmo stati noi ad aver frainteso: in comune si stanno facendo dei lavori di sistemazione, quello non è più l’albo pretorio ma la bacheca comunale. Abbiamo però una foto che dimostra il contrario». Il caso, continua Boni, «deve farci riflettere sull’importanza istituzionale del consiglio comunale. In quel luogo è giusto confrontarsi e portare avanti opinioni diverse ma il rispetto per i cittadini deve essere la prima cosa. Occorre essere corretti e in questo caso il primo cittadino non lo è stato».
«Le slide, nell’albo pretorio, sono rimaste pochi minuti – replica il sindaco, Marco Colombo -. Il tempo di spostare un cartellino. In comune si stanno facendo degli interventi di sistemazione e quello dove sono stati appesi i fogli in questione è il vecchio albo oggi bacheca comunale. Nessuno comunque vieta di pubblicare quel materiale che è comunque a interesse del cittadino dato che riguarda la relazione di tutto quello che abbiamo trovato prendendo in mano i conti del comune».
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