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Le rivolte operaie del 1898 e la crisi di oggi

Commemorati dopo 111 anni i tragici eventi avvenuti a Luino nella rivolta del pane di Milano. Fatti che possono raccontare moltissimo dell'attualità del terzo millennio

Per il 111° anniversario della Rivolta del Pane di Milano, avvenuta nel maggio 1898, il Centro Culturale Frontiera ha voluto rendere dei fatti una memoria non retorica.
La rivolta, che ha avuto un’eco importante anche il 10 di quel mese a Luino, con 14 morti e una repressione violenta dei tanti arrestati, tra cui donne e uomini inermi, è stata infatti commemorata nella IMF di Creva, fabbrica simbolo del lavoro in quelle zone e esempio anche fisico di quella civile protesta ingiustamente repressa nel sangue: sorge infatti a pochi passi dalla fabbrica dei Battaglia, da cui partirono i più duri rastrellamenti dopo le proteste e che, per il fatto che la famiglia di Imprenditori difese la libertà di protestare dei suoi lavoratori, vide anche loro agli arresti.

A raccontare gli avvenimenti di quell’epoca, a autorità, invitati e lavoratori, nel bel mezzo del sito produttivo, sono stati gli storici Giovanni Petrotta e Pierangelo Frigerio, e l’imprenditore Gabriele Galante, patron di IMF.  Petrotta ha illustrato i fatti luinesi nella giornata degli scontri – o, meglio, della repressione armata, visto che si trattava di porteste non violente. Frigerio ha invece ricostruito nei dettagli le premesse di quella rivolta: il contesto milanese e italiano in cui la crisi era scoppiata, che – tra manovre finanziarie azzardate e speculazioni edilizie con mutui facili – sembra molto più vicina all’oggi di quel che sembra.

Le considerazioni finali di Galante hanno invece sottolineato che dalle crisi, siano esse del passato o del presente, si esce solo se si è solidali e  se ci si sacrifica insieme per un obiettivo comune, «quando l’imprenditore è al fianco del lavoratore». Galante ha ricordato che «Il pane di oggi è l’opportunità. Avere la sensazione di non avere opportunità fa sentire una persona frustrata e perduta, e finisce per scatenare la una comprensibile ribellione – ha sottolineato l’imprenditore che ha ospitato l’evento – Ma si può fare molto per dare questa opportunità a tutti: per esempio, lavorare sulla conoscenza, perchè chi ha la conoscenza può muoversi più facilmente e più sicuramente nel mondo. Capacità che non sono solo un valore per la fabbrica, ma per tutta la comunità»

Pubblicato il 10 Maggio 2009
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