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Morti bianche, alla presentazione interviene l’onorevole della Thyssen

Presentato nella sala comunale di Sesto Calende il libro sul fenomeno degli incidenti sul lavoro dell'autrice Samanta Di Persio. Al dibattito è intervenuto Antonio Boccuzzi, deputato del Pd

Si è svolta nella sala comunale di Sesto Calende, organizzata dal gruppo dell’Idv, la presentazione del libro “Morti bianche” di Samanta Di Persio, una sorta di diario delle vittime del lavoro.
All’incontro, organizzato dal gruppo dell’Idv, oltre all’autrice sono intervenuti l’onorevole del Partito Democratico Antonio Boccuzzi, ex operaio delle acciaierie della Thyssen Krupp, il medico del lavoro Andrea Bagaglio, Salvatore Manta della Cisl, Leopoldo Pileggi del comitato Giuseppe Coletti e Alessandro Milani dell’Italia dei Valori.
È una situazione drammatica quella che emerge dai racconti dei relatori. La speranza, secondo quanto emerge dall’incontro, è riposta solamente nella forza della testimonianza di chi ha subito il dramma di un incidente sul lavoro e dell’attenzione che noi tutti dedichiamo al problema.

Molto dura la denuncia dell’autrice Di Persio, che racconta di un’Italia, quella raccolta nelle testimonianze del suo libro, che presta una scarsissima cura alla sicurezza dei suoi lavoratori, in cui i controlli sono inesistenti («secondo le statistiche ogni azienda viene controllata una volta ogni 33 anni») e in cui la giustizia dei tribunali non è in grado di punire i colpevoli di questi incidenti e quindi restituire giustizia ai lavoratori e ai loro familiari. «A parte alcuni rari casi – denuncia l’autrice – le cause nei nostri tribunali non giungono a giudizio per l’arrivo della prescrizione oppure perché i difensori degli imprenditori riescono ad appigliarsi a cavilli legislativi che vanificano la solidità delle indagini». Il libro “Morti bianche” è stato pubblicato dalla casa editrice di Beppe Grillo “Casaleggio”.

Altrettanto deciso l’intervento dell’onorevole Antonio Boccuzzi, un uomo che ha una dialettica molto chiara, come usa definirsi, un operaio prestato alla politica, «i sogni dei miei colleghi della Thyssen – racconta – sono rimasti chiusi dentro quella fabbrica, non c’è nulla di “bianco” nelle morti sul lavoro, e nemmeno di accidentale. Dietro i lavoratori morti spesso c’è la lucida complicità dei datori di lavoro che per un puro calcolo di soldi allentano ogni sistema sicurezza». «Noi alla Thyssen – prosegue il deputato – siamo stati molto fortunati, sia perché su di noi sono stati puntati i fari dei media che hanno impedito di lasciar cadere nel silenzio l’incidente, sia perché a seguire il nostro caso è stato il procuratore Guariniello, un uomo delle istituzione molto determinato. Troppo spesso però incidenti simili a quello che è successo a noi vengono taciuti perché dimenticare è molto più facile».

Pubblicato il 14 Marzo 2009
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