Fusione Verbania Cossogno: a settembre al via la campagna informativa
Fusione Verbania Cossogno: a settembre al via la campagna informativa
VERBANIA – Entrerà nel vivo solo a settembre la campagna informativa ai verbanesi sulla fusione per incorporazione tra Verbania e Cossogno. Al primo consiglio comunale utile, il 31 luglio, la giunta presenterà una variazione di bilancio che include anche l’impegno finanziario per la comunicazione su questo argomento.
Non si potrà votare prima della primavera 2018. Questi gli ultimi aggiornamenti sull’iter procedurale ancora alle prime battute forniti ieri sera, nella sala blu de “Il Maggiore” dal sindaco, Silvia Marchionini, durante la conferenza istituzionale aperta al pubblico con Ermanno Masserano e Gianfranco Bosso, sindaco e vicesindaco di Pettinengo (Biella) il solo comune in Piemonte ad aver portato a termine una fusione per incorporazione con Selle Marcone. “Non vogliamo forzare la situazione – ha sottolineato più volte Marchionini -, i verbanesi devono decidere, quando sarà il momento, informati. Qualunque sia l’esito lo rispetteremo”. “Da quanto emerso stasera – ha obiettato Renato Brignone (Sinistra & Ambiente), sul piano economico la fusione serve soprattutto a Cossogno. Verbania ci guadagnerebbe l’accesso al parco nazionale Valgrande, un problema che la politica ha già risolto, allegando la richiesta d’ingresso di Cavandone alla domanda d’accesso al parco”. “Se il problema fosse stato risolto – ha replicato Marchionini – la pratica istruita dal commissario straordinario nel 2013 sarebbe già andata a buon fine. Invece stiamo ancora aspettando”. Brignone ha anche lamentato “la mancanza della politica su questo tema. Mentre Cossogno i cittadini sono stati informati e s’è persino costituito un comitato per il no, a Verbania nulla si sa. Gli stessi capigruppo non sono stati coinvolti. Ho chiesto al presidente Varini un tavolo politico che non è stato mai costituito al quale proporrei di eliminare il quorum (la metà più uno dei votanti alle amministrative del 2014, ndr) ma fino ad ora non m’è stato concesso di discuterne”. Damiano Colombo (Fratelli d’Italia) ha rilanciato: “Non dovremmo fonderci solo con Cossogno ma anche con San Bernardino Verbano solo così Verbania avrebbe una continuità territoriale”. Una posizione che, oggi pomeriggio, con un comunicato è diventata ufficiale di Fratelli d’Italia che la riproporrà in tutti i confronti sull’argomento, a partire dal consiglio del 31. “Ne ho parlato col collega Giovani Lietta – ha rivelato il sindaco di Cossogno, Dorano Camossi – senza nemmeno informare prima Silvia. Non era d’accordo. E, senza un accordo fra le amministrazioni, non si va da nessuna parte”.
Piero Morelli, portavoce del comitato per il no di Cossogno, ha ribadito le perplessità di una fusione fra due comuni tanto diversi, preferirebbe una intesa con altri comuni montani. Ha poi chiesto ad uno dei prossimi confronti la presenza dell’on Enrico Borghi: “Mi piacerebbe sapere se, da presidente nazionale Uncem (Unione enti e comuni montani, ndr) è d’accordo o meno su una fusione tra due realtà che per me rimangono inconciliabili”. Marco Tartari (capogruppo Pd) in polemica con Morelli ha osservato: “Non capisco perché ciò che va bene in un territorio a noi vicino come la Svizzera italiana, dove le fusioni si stanno facendo, da noi debba essere guardato con sospetto”. Il vicepresidente della Regione, Aldo Reschigna, ha ripetuto che, a suo avviso, è una strada obbligata: “Le fusioni della Cannobina e dell’Alessandrino, in consiglio regionale, sono passate in 3 minuti. E’ una scelta che travalica gli schieramenti. La stiamo facendo noi in Piemonte, la Lombardia governata dal centrodestra sta procedendo ad un ritmo più accelerato. In Emilia Romagna si stanno fondendo comuni con decine di migliaia di abitanti. In Calabria sta maturando una fusione a due che darà vita ad un comune di 80 mila. Il motivo è semplice. Le Unioni sono fallite, perché la sovranità passa dai comuni da un altro ente, mentre con la fusione titolari della sovranità rimangono i comuni. Borgomezzavalle è nato dalla confluenza fra Seppiana che aveva un sindaco della Lega e di Viganella con un sindaco del Pd”.
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