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Silvia Marchionini, l’addio a Mino Ramoni

Silvia Marchionini, l’addio a Mino Ramoni

VERBANIA – Un ricordo di Silvia Marchionini per Giacomo Ramoni, il suo "padre politico", scomparso questa mattina all'età di 82 anni.

«Mino Ramoni era un Politico che credeva nella Politica e lo dico con la P maiuscola perchè in questi periodi così confusi questa definizione è caduta in disuso e ha assunto toni negativi

Ascoltare un discorso di Mino era sempre interessante perchè coniugava grande rispetto per la realtà che si vive, con i suoi problemi (senza mai abbandonarsi alla retorica o ai semplicismi) con la capacità di individuare soluzioni: concrete ma che guardavano alla costruzione di un futuro.

Un futuro sociale, popolare, laburista: questi gli ideali a cui ha messo al servizio la sua lunga militanza politica. Socialista lo era nell'anima e quasi sempre in minoranza nel partito (quando i partiti erano selezione e creazione di una classe dirigente) ma assai attento alle idee altrui, che non giudicava, ma con cui si confrontava

Fra lago e monti si è svolta la sua lunghissima esperienza al servizio del popolo verbanese (5 anni da Sindaco fra il 1980 e l'85, 16 anni in Consiglio Comunale) che sapeva rappresentare nelle istanze più profonde e in quelle più semplici che lo entusiasmarono come Sindaco di Cossogno, nell'età matura (dal 1999 al 2004 e poi consigliere).

La famiglia (l'inseparabile moglie Pinuccia, collaboratrice preziosa di ogni avventura e nel lavoro, i figli Carlo e Claudio e gli adorati nipoti), la montagna, la politica le passioni della sua vita con un'attenzione e un'ammirazione per la cultura popolare (ogni giorno per decenni frequentava il circolo socialista o quello di Cossogno) a cui dare piena dignità e da raccontare nella sua ultima veste di ricercatore ed editore locale, esperienza a cui teneva molto.

Assai legato alla scuola che formava i tecnici per le industrie della città, il Cobianchi, era stato assistente di laboratorio di fisica fino alla pensione, svolgendo anche l'attività di commerciante con il negozio della Tecnica a S.Vittore e svolgendo l'attività politica e frequentando associazioni legate alla Val Grande (fra i fondatori del Gruppo Escursionisti).

Anticipava i tempi e riconosceva le tendenze future: la necessità di una Verbania, capitale del territorio (siamo nel 1998), di una Provincia federalista e autonomista (primi anni 80), di un partito progressista avveniva con riflessioni assai prima degli altri politici e prima della realtà. Sapeva stare fra le persone e insegnare come si diventa amministratori: i suoi fogli in a3 ripiegati (raccoglieva e custodiva documenti in un archivio personale immenso!) in cui inseriva gli appunti da fare nella giornata, o preparava gli atti di uno dei suoi innumerovoli convegni sui temi più diversi sono un "metodo di lavoro" che mi accompagnerà sempre:organizzarsi, prepararsi per il proprio Comune erano dei tratti di un carattere meticoloso e dotato di intelligenza naturale.

Mino era un maestro paziente, ironico, e capace di appassionare tutti alla politica, e l'Amministrazione perchè ci credeva (ha lasciato a meno di 60 anni il consiglio comunale di Verbania perchè era convinto del rinnovamento e di una classe dirigente da costruire piuttosto che inseguire la carriera personale) con il tuo senso del dovere, dell'onestà umana. Un'intellettuale senza essere mai predicatore perchè ambiva a cambiare il mondo! Gradualmente, senza rivoluzioni, ma come il passo, senza sosta, ma costante, di quando conquistava alte vette.
Tanti amministratori, compagni, cittadini di questo territorio hanno guardato a lui con stima e gratitudine e lo ricorderanno per tante piccole cose che ha saputo risolvere o per i suoi progetti moderni.
Io più di tutti e quello spirito da tenace combattente che si esprimeva con andare "avanti", resta un'esortazione sempre valida».

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Pubblicato il 22 Settembre 2017
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