Il presidente di Confindustria a Verbania: crescere per ridurre le diseguaglianze
Il presidente di Confindustria a Verbania: crescere per ridurre le diseguaglianze
VERBANIA – Siamo tutti sulla stessa barca, imprenditori e lavoratori. A ribadire il concetto, in più d’un passaggio del suo intervento di ieri all’assemblea di Unione Industriale VCO, è stato il presiedente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia. “L’industria 4.O dev’essere al centro di una comunità 5.0”. L’automazione è inevitabile. “i posti di lavoro che vengono cancellati devono essere sostituiti con altri, occorre puntare sulla formazione”, ha aggiunto. A fornire l’assist a Boccia è stato uno dei relatori precedenti, Alberto Bubbio, docente all’università Carlo Cattaneo di Castellanza: “L’innovazione consente di sostituire i lavori “sporchi” con lavori migliori. La scomparsa delle macchine da scrivere, le moderne tecnologie di comunicazione non hanno fatto sparire le segretarie. Ci sono ancora ma svolgono mansioni più qualificate”. Sulla sua scia l’on Lorenzo Basso, componente la commissione Attività produttive della Camera. Mostrando alla platea il suo smartphone, ha esclamato “Nessuno può credere che questo strumento possa davvero togliere posti di lavoro!”. Ad Unione Industriali sono convinti che l’innovazione tecnologica consentirà alle aziende del Verbano Cusio Ossola di uscire da quella marginalità che si pensava fosse finita con l’arrivo della A26 a Gravellona Toce. Questo è l’obiettivo strategico di Evo-VCO, illustrato dall’architetto Daniele Menzio, il tema del convegno concluso da Boccia (EVO-VCO, un modello innovativo di sviluppo per il Verbano-Cusio-Ossola”.
“Io vengo da una diocesi qui vicina, sta dall’altra parte del lago – ha esordito il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla -. Ha 44 k in meno ma 10 volte di abitanti in più di quella di Novara che m’è stata assegnata. Quando sono arrivato, ho trascorso 2 mesi in ogni territorio per rendermi conto della realtà in cui sono stato chiamato ad operare. Ho iniziato dall’Ossola. I giovani gravitano su Milano per studiare e formarsi. Il problema è che non tornano. Bisogna creare le condizioni perché possano farlo. Nel mio piccolo sono riuscito a sistemare 25 persone. Ma senza trascurare chi è piò avanti negli anni. Ne abbiamo coinvolte altre nella fase di accompagnamento”. Uno spunto, questo, colto al volo da Boccia: “Dobbiamo investire le poche risorse che abbiamo senza chiederne di più. Non è che noi ce l’abbiamo con qualcuno siamo chiamati a fare delle scelte”. “Dobbiamo ritrovare l’orgoglio – aveva detto in apertura d’intervento – non è che noi non abbiamo fatto le riforme Abbiamo fatto il Jobs act, riformato le pensioni. La Francia ha fatto molto meno ma ha Macron. Noi non ci sappiamo raccontare. Quando Macron dice che in certi settori la Francia è seconda in Europa, o ritiene che noi siamo terzi oppure ci riconosce quel primato che non disconosciamo”.
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