“Nostra madre uccisa, riapriremo il ristorante per lei”
La promessa delle sorelle Tina e Cinzia Piccolomo. Marisa Maldera era la cuoca del loro locale di Caravate, per la sua morte avvenuta nel 2003 in misterioso incidente stradale è indagato il padre
Da una tragedia nasce una speranza, per una famiglia devastata dal dolore. E forse un’altra storia, più confortante, sarà scritta in riva al lago. Tina e Cinzia Piccolomo, le figlie del killer delle mani mozzate ma anche della povera Marisa Maldera, morta una notte dopo un incidente col marito, hanno deciso di rilevare un ristorante e di dedicare alla madre la loro avventura. E’ un avvenimento simbolico importante, per questa famiglia distrutta dal dolore, infangata, e trascinata in una spirale di sangue, un filo rosso di sospetti e omicidi che le due donne, del tutto incolpevoli, hanno dovuto sopportare in questi anni. Marisa Maldera era la loro madre, ed era sposata con Giuseppe Piccolomo. A Caravate, la loro famiglia gestì la “Pantera Rosa”, una nota pizzeria. Marisa era la cuoca anche di un ristorante che la famiglia gestiva nella zona del parco, a pochi metri dove oggi riposa il suo corpo, nel cimitero di Caravate, e dove per una coincidenza della cronaca è sepolto anche Giuseppe Uva.
L’INDAGINE CHE HA RIAPERTO IL CASO
LA FIACCOLATA A CARAVATE PER MARISA
Il ristorante si chiamava «Al parco da Marisa». La Maldera faceva dei manicaretti che tanta gente amava, così raccontano le figlie: «Quando hanno saputo che riaprivamo – spiega Tina Piccolomo – tanti vecchi clienti ci hanno detto che sarebbero venuti. E’ una dimostrazione di affetto verso la nostra mamma, che, ripetiamo, secondo noi è stata uccisa da nostro padre, quella terribile notte a Caravate, quando la macchina andò a fuoco e lei rimase incastrata tra la lamiere. Per quella vicenda, è in corso un’indagine e ora finalmente nostro padre è indagato per omicidio volontario, nonostante sia stato già condannato per omicidio colposo. Eppure, la riapertura di questa inchiesta ci ha dato una grande energia, ha liberato una forza nascosta che avevamo dentro, e che per anni avevamo tenuta bloccata dal dolore e dalla paura».
Il ristorante si chiamerà «Primo Piano» e sarà sul lungolago a Luino. Sarà inaugurato il12 aprile. ci sarà una foto di Marisa in mezzo alla sala e un piatto sarà dedicato a lei: «Stiamo pensando come chiamarlo, forse saranno i “manicaretti di Marisa” o forse altro, ma di sicuro ci sarà il suo spirito, il suo amore per la cucina, per la gente. Marisa era una donna che amava gli altri, che dava fiducia. Noi vogliamo che tutti gli insegnamenti di nostra madre non vadano persi. E lei ci darà il coraggio e la forza di intraprendere questa avventura nonostante questi terribili momenti di crisi».
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