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Memorial Giancarlo Gambato, storie di bocciofile e amicizia

Alla Bocciofila Bederese si gioca anche in nome di un amico mai dimenticato

Bocciofila bederese

Da dove nasce una storia è sempre arduo capire. Da quale punto la si debba considerare quando, cioè, interviene quel fatto, quella coincidenza che trasforma la banalità del succedersi degli attimi in qualcosa degno di essere raccontato. Credo che tutto sia partito veramente dall’armadietto delle bocce numero 4. Cosa c’entra l’armadietto? Beh, c’entra, poiché l’armadietto con quel numero era il mio armadietto e Giancarlo, nell’ipotesi di tornare ad indossare la maglia della Bederese – bisogna sapere che Gambato, tutti lo chiamavano semplicemente col cognome, se n’era andato un paio d’anni or sono a vestire la casacca della Crevese per alcune divergenze col direttore tecnico, ma qui la vicenda si complicherebbe parecchio e conviene trascurare il dettaglio – aveva espresso la volontà di avere quel numero, che gli era sempre appartenuto.

Ero amico di Giancarlo, la sua aria quasi scanzonata, i baffi spioventi sul sorriso ironico e accattivante, mi piaceva quel suo modo di porsi un po’ rude, leggermente intriso di una sottile polemica, indirizzata a fin di bene, secondo la sua visione, ma schietto, forse irsuto, come amo qualificare la gente di codesta sponda del Lago Maggiore, comunque apprezzabile, perché colmo di generosità, dote ora sovente difficile da scovare.

Volevo tornasse da noi, proprio perché l’amicizia non deve porre confini, né tanto meno steccati: glielo cedetti subito l’armadietto e Giancarlo mi propose immediatamente di creare nel bocciodromo un nuovo tabellone per le gare – di metallo con etichette calamitate – al fine di rendere più piacevole e funzionale questo particolare aspetto comunicativo. Assentii, promisi che avrei ordinato la lamiera d’acciaio ferritico, l’avremmo fatta verniciare e avremmo acquistato le calamite: era davvero un’ottima idea! Volevo però un compenso: che lui tornasse ad essere un giocatore della Bederese, al più presto.

Il patto scherzoso venne siglato: in autunno avrebbe chiesto il cambio di società. Nel frattempo era partito l’ordine per le attrezzature indispensabili, che giunsero un martedì di una settimana di qualche tempo fa: al giovedì – ma forse si trattava di giorni diversi di quella settimana, non credo che importi – Gambato in una delle tante gare che disputava in Lombardia e non solo, in una località del Comasco, decise di andarsene, così, all’improvviso, solo, come solitario lo era sempre stato nelle sue escursioni agonistiche in omaggio alla passione inestinguibile per il mondo delle bocce.

L’armadietto numero 4 è libero, il tabellone, verniciato e incorniciato campeggia sulla parete, in alto GIANCARLO GAMBATO scritto in caratteri grandi – chissà se gli sarebbe piaciuto, mi compiaccio di pensare che ne sarebbe stato orgoglioso – e la piccola gara amichevole d’agosto a lui intitolata – 1° Memorial Giancarlo Gambato – disputata fra tanta gente, ma soprattutto con tanti suoi amici.

La targa per il vincitore è nel campo vuoto, il punteggio è ancora zero a zero, la partita sta per cominciare; forza Giancarlo cerca fra i bianchi cirri che disegnano sul nostro cielo curiose e mutevoli sembianze, ce ne sarà pure uno che abbia le sembianze di un campo di bocce dove ti guarderemo con piacere fare una delle tue accostate o lanciarti in improbabili lanci coronati sempre – o quasi, dai non inquietarti, talvolta sbagliavi anche tu – dal successo.
Ah, dimenticavo: la competizione è stata splendida, ben giocata, hanno primeggiato non solo i classificati che si possono leggere qui sotto, ma i veri sportivi che, ricordandoti con immenso affetto, ti hanno affiancato anche in queste sere di un agosto ormai declinante.

CLASSIFICA

1° classificato Umberto Boscaro
2° classificato Silvano Chiappella
3° classificato Franco Minetti
4° classificato Gianantonio Carera

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Pubblicato il 02 Settembre 2015
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