“Ecce homo”, al via la stagione del Teatro di Locarno
L’estate cede il passo a una nuova stagione teatrale. Con il mese d’ottobre il teatro di Locarno riprenderà la sua attività a pieno regime. Il primo importante evento in programma è fissato per giovedì 8 ottobre. Il teatro ospiterà l’annuale assemblea generale dell’Associazione “Amici del Teatro di Locarno”. I lavori, ai quali sono invitati tutti i soci dell’associazione, saranno aperti alle ore 18.30 dal Presidente Diego Erba. Si parlerà dello stato generale dell’associazione, dei suoi bilanci dettagliati con una relazione del segretario Athos Mecca, della nuova stagione teatrale 2015/2016 illustrata dal direttore artistico Paolo Crivellaro.
L’incontro sarà seguito da un buffet offerto ai soci. Alle 20.30 andrà in scena “Ecce homo” di e con Lucilla Giagnoni. L’attrice da sola sul palco attraverso un monologo alterna momenti d’interpretazione poetica e di forte presenza scenica, a passaggi narrativi, interfacciandosi direttamente con il pubblico. Avvalendosi della collaborazione alla scrittura di Maria Rosa Pantè, e con le musiche originali di Paolo Pizzimenti, le luci importantissime di Massimo Violato – parti integranti della drammaturgia -, dà vita ad uno spettacolo versatile di cultura e riflessione. Ecco allora che insieme all’autrice attrice ci chiediamo: “Se dicessimo oggi Ecco l’Uomo, che cosa vedremmo? Che significa, veramente, Essere Uomini? “. Ecce Homo cerca di indagare, di rovistare un po’ nelle credenze che negli ultimi anni si sono insinuate, o meglio sono state ben indotte, nelle menti degli uomini d’oggi, cercando risposte ma presentando sempre nuove domande. E la Giagnoni, per educarci, ci racconta una storia imbevuta di narrazioni bibliche, fondanti la religione nazionale, mischiate con la favola, quella di Pinocchio, costitutiva del processo di crescita dei bambini italiani. Con questo espediente drammaturgico, saggiamente, unisce, fede religiosa e fede laica, facendole, finalmente e raffinatamente, combaciare. Dunque Dio sta a Geppetto come Pinocchio sta all’Uomo. Tutti e due sono storie di falegnami che lavorando il legno, la materia uomo, possono sperare – perché così è scritto nel patto originario e perché così disse il Verbo, che tutto era e che tutto sarà – che la creatura diventi Uomo. Allo spettacolo l’ingesso è gratuito e libero per tutti gli interessati senza nessuna prenotazione.
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