Siccità senza sosta, nei laghi riserve d’acqua dimezzate
L'assenza di precipitazione mette in allarme tutta la regione che avvia un monitoraggio costante contro la siccità: "Prepariamoci ad una stagione difficile"
Sono numeri piuttosto preoccupanti quelli diffusi sulle scorte idriche della regione. L’acqua contenuta all’interno dei laghi lombardi è inferiore del 43,7% rispetto al 2007 -considerato come il più critico del decennio- e addirittura del 59,7% rispetto al periodo 2006 – 2014. Una situazione decisamente preoccupante per la quale la Lombardia ha messo in moto la macchina regionale in vista di una primavera che non si preannuncia affatto facile.
LA SITUAZIONE – «A un terzo della stagione invernale – commenta Viviana Beccalossi, assessore al territorio di Regione Lombardia- la scarsità di piogge e soprattutto la mancanza di nevicate in montagna sta impedendo l’accumulo di acqua nei bacini naturali e artificiali». E così «le altezze di tutti i grandi laghi regolati sono inferiori alla media storica, con una situazione molto critica per i Laghi Maggiore e di Como e solo leggermente migliore altrove». Questa situazione, che puo’ migliorare solo con l’inizio delle precipitazioni, «ci impone un monitoraggio continuo e, soprattutto, un coordinamento molto stretto».
MONDO AGRICOLO – Grandi preoccupazioni nascono sopratutto in ambito agricolo. «La prossima stagione colturale si preannuncia difficile» analizza l’assessore all’agricoltura, Gianni Fava dal momento che già oggi «abbiamo assistito alla posticipazione delle semine» e che parte dei bacini montani sono stati utilizzati per finalità turistiche «con un tentativo anche velleitario». Ma se la situazione persiste «trovare soluzioni adeguate sarà difficile» tenendo specialmente conto che «l’87% delle acque gestite nel sistema dei corpi irrigui in Lombardia e’ destinato all’agricoltura».
GLI SCENARI – Sono sostanzialmente due le questioni fondamentali da affrontare: da un lato la revisione del sistema di gestione dei corpi idrici di montagna, con una ipotesi di allargamento del dibattito oltre confine, e dall’altro la questione del Deflusso minimo vitale, e cioè quel che serve per garantire continuità all’ecosistema. Il deflusso minimo vitale «può essere derogato» ma precisa Claudia Terzi, assessore all’ambiente «per un massimo di 60 giorni e solo a condizione che sia dichiarato lo stato d’emergenza».
PROSSIMO TAVOLO IL 24 FEBBRAIO – La prossima riunione con tutti gli enti coinvolti nel progetto sarà per il 24 febbraio e nel frattempo, ha aggiunto l’assessore Beccalossi, «ognuno deve fare la sua parte: gli agricoltori, che potrebbero dover lavorare nei prossimi mesi con riduzioni importanti della quantità di acqua per l’irrigazione, i gestori dei laghi, elevando il più possibile il livello per rendere massimi gli stoccaggi, i Consorzi di bonifica, preparandosi già da ora alla possibilità di una stagione difficile». O, più in generale, «va da subito evitato lo spreco di acqua, perchè ciò che risparmiamo oggi sarà disponibile domani».
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