Il Lago Maggiore e la siccità: mancano 330 miliardi di litri
Il Lago Maggiore è di quasi 170 centimetri più basso di quello che dovrebbe essere in questo periodo. Una situazione che rischia solo di peggiorare.
E’ fermo da qualche giorno tra i 15 e i 20 centimetri sotto lo zero idrometrico. Ma in questo periodo dell’anno il livello del Lago Maggiore dovrebbe essere un metro e mezzo sopra lo zero. Questo vuol dire che già oggi la scorta di acqua all’interno di questo grande serbatoio deve fare i conti con un ammanco di oltre 330 miliardi di litri.
LAGO MAGGIORE – La discesa inesorabile del Verbano è iniziata lo scorso novembre al ritmo di quasi due centimetri di acqua ogni giorno. E se oggi l’acqua ha arrestato la sua discesa è solo perché la poca neve presente sulle montagne caduta all’inizio del 2016 ha già iniziato a sciogliersi. Una magra consolazione che nei prossimi mesi rischia di mostrare tutti i suoi effetti collaterali.
NEVE – Il vero problema non è solo la mancanza di precipitazioni ma è la (quasi) totale assenza di neve sulle montagne. Quella è la vera scorta che permette di affrontare la stagione estiva dal momento che, sciogliendosi, garantisce al Lago Maggiore un costante afflusso di acqua. Ma la siccità di questo periodo sta presentando una vera tempesta perfetta: il lago è già ai minimi, sulle montagne non c’è neve e quando l’agricoltura reclamerà l’acqua per le coltivazioni questa potrebbe seriamente non bastare.
CANALI E TICINO – Poca acqua nel Lago Maggiore significa infatti un potenziale rischio per tutta quell’area da 15.400 ettari di campi che vengono riforniti dai canali del Consorzio Villoresi grazie alle acque del Ticino. Già oggi nel Fiume Azzurro entrano circa 90 metri cubi di acqua al secondo -meno della metà di quella normalmente erogata in questo periodo- e quando la rete dei canali riaprirà le sue paratie (ora chiuse per la manutenzione annuale delle reti, ndr) servirà molta più acqua. Che però non c’è.
PROSPETTIVE – L’unica vera speranza è l’arrivo di una forte perturbazione che porti molta neve sulle Alpi, perché al momento si può solo rimanere a guardare l’acqua che scorre. Con un’alternativa, estrema e dannosa: il taglio del deflusso minimo vitale al Ticino. Si tratta cioè di quel minimo d’acqua necessario per garantire la continuità all’ecosistema fluviale che è stato calcolato in 24 metri cubi di acqua al secondo. Un’opzione che vede la netta contrarietà del Parco del Ticino che invece rilancia la sua battaglia sull’innalzamento del limite di regolazione del Lago Maggiore.
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