Viaggio nella “fabbrica” delle patenti
La Sida Autosoft di Germignaga (www.patente.it) è un punto di riferimento per chiunque debba fare l’esame di guida, abbia perso dei punti, o voglia orientarsi nel labirinto di norme che riguardano questo settore
Se avete conseguito la patente negli ultimi anni probabilmente avete studiato su uno dei loro manuali.
Il loro sito internet, www.patente.it, è un punto di riferimento per chiunque debba fare l’esame di guida, abbia perso dei punti, o voglia orientarsi nel labirinto di norme che riguardano questo settore.
«La Sida Autosoft di Germignaga – racconta Daniele Filippi, uno dei soci fondatori – si è ritagliata una fetta di mercato che l’ha resa leader nel settore, ma quando abbiamo iniziato, 27 anni fa, era solo una vaga idea lanciata da un istruttore di guida a da due allievi con la passione per l’informatica. Oggi abbiamo trenta collaboratori qui in sede e altrettanti esterni su tutto il territorio nazionale».
Come si prepara l’esame oggi?
«Una volta i materiali utilizzati per la preparazione alla patente erano il manuale e i quiz e si fermava li, almeno per quanto riguardava la parte teorica. Ci si affidava poi alle scuole guida per quanto concerneva tutta la parte pratica. Oggi si sono sviluppati degli strumenti, come le app, che i giovani amano e utilizzano molto. Quindi dalle vecchie strutture si è passati all’informatizzazione».
Quindi dalle crocette a matita siamo passati ai click?
«Esattamente. Sia la preparazione all’esame che l’esame stesso si fanno al computer. Da sei, sette anni la vecchia scheda che hanno conosciuto i più “anziani” è stata abbandonata».
Però voi producete ancora manuali cartacei?
«Certo, ma la parte teorica è solo un aspetto del nostro lavoro. Oggi noi forniamo alle autoscuole tutto ciò che serve sotto il profilo gestionale, dal sistema informatico ai simulatori di guida».
Chi è il vostro competitor principale?
«Oltre ad altre aziende simili alla nostra, sicuramente l’amministrazione pubblica e in particolare Poste italiane, con il portale dell’automobilista, un servizio che aiuta l’automobilista a conoscere il proprio “stato di servizio”».
Eric Bastioli è l’anima tecnologica dell’azienda. È lui l’appassionato di informatica di cui si faceva cenno che ha dato il via all’Autosoft insieme con Filippi.
«I nostri dipendenti provengono tutti dalla provincia di Varese e a livello logistico, dato il nostro business, stare qui o in qualsiasi altra parte d’Italia è ininfluente. Invece per quanto riguarda i servizi come la banda larga, a Germignaga siamo molto indietro. Per il nostro sito, www.Patente.it, abbiamo dovuto dislocare i nostri server a Milano».
Siete in rapporto con le altre realtà tecnologiche della provincia?
«Abbiamo collaborato con Hardware Upgrade (rivista di settore ndr) ad un progetto multimediale. Inoltre, da tempo, c’è un buon rapporto con l’università dell’Insubria e nel corso degli anni abbiamo ospitato parecchi stagisti, soprattutto provenienti dall’Itis di Luino».
In quante lingue traducete i quiz?
«Attualmente sono otto: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, arabo e cinese. Il ministero aveva concesso delle facilitazioni per gli stranieri che volevano sostenere l’esame di guida in Italia. In realtà i traduttori avevano commesso non pochi errori e quindi il progetto nel tempo è stato abbandonato. Ci fu un boom per il manuale cinese quando si poteva fare l’esame in lingua. Essendo una comunità molto chiusa, dentro alla quale pochi parlano l’italiano, alcune autoscuole erano arrivate addirittura ad assumere degli interpreti».
Daniele Filippi riprende il discorso sulla organizzazione dell’azienda. «In tutt’Italia ci sono 7064 autoscuole e noi ne seguiamo circa 3800».
E in Provincia di Varese?
«Attorno alle 90 unità».
Sono tutte vostre?
«Be’, è casa nostra».
Ma i varesini lo sanno che studiano con materiali realizzati a Germignaga?
«In realtà non siamo legati molto al nostro territorio in questo senso. Il nostro territorio è l’Italia».
Da un punto di vista economico come sta andando?
«Ad essere in difficoltà sono le autoscuole che devono recepire le nuove norme imposte dalla comunità europea. Un tempo le tipologie di patenti si contavano sulle dita di una mano, oggi sono una quindicina».
Perché proprio le autoscuole?
«È molto semplice, devono impegnarsi a comparare tutti i veicoli. Dai motoveicoli agli autocarri e autobus leggeri, per i quali tra l’altro non c’è poi molta richiesta. Ecco pur non essendoci richiesta le autoscuole devono averli in garage».
Per voi però sono nuove prospettive di mercato…
«In un certo senso si. Da una parte la prima formazione, che riguarda i giovanissimi e dall’altra quella dei conducenti specializzati di automezzi, richiede molto materiale e facciamo fatica a stare dietro alla richiesta».
Quindi potreste assumere personale?
«Potremmo, soprattutto nel settore informatico, ma abbiamo un problema. È già capitato che dopo un periodo di formazione qui da noi, il personale abbia ricevuto offerte più vantaggiose dai concorrenti in Svizzera, decidendo alla fine di abbandonarci».
Come è nata l’azienda.
«È nata per scherzo. Nel senso che io ero un istruttore di scuola guida ho conosciuto Erik in Autoscuola. Doveva dare la patente e studiava già informatica. Diciamo che ho individuato le sue capacità nascoste e gli ho proposto di collaborare a un’idea: informatizzare i test».
In che senso?
«Era il 1986, volevo realizzare qualcosa che aiutasse il candidato a capire l’errore che aveva fatto nei test, in modo tale da fornirgli la soluzione all’errore e la possibilità di non ripeterlo in futuro. Erik mi ha detto che a livello informatico si poteva fare qualcosa. Ecco, allora è nata Autosoft (ride)».
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