Il Ccr inaugura il nuovo “polo della ricerca”
Taglio del nastro per i due edifici che ospiteranno laboratori e uffici e contribuiranno al risparmio energetico di tutto il centro
Una standing ovation ha accompagnato il taglio del nastro dei due nuovi edifici del Joint Research Centre (JHR) di Ispra. All’evento che si è svolto questo pomeriggio hanno presenziato la Commissaria europea per la ricerca e l’innovazione, Miré Geoghegan-Quinn, il Vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič, il direttore generale del JRC, Dominique Ristori e l’europarlamentare Vittorio Prodi.
I due edifici ospiteranno entro l’anno circa 450 tra i migliori ricercatori europei. Era dagli anni ’50, quando vennero costruiti i reattori per la sicurezza nucleare, che il JRC di Ispra non vedeva un’impresa edile di queste dimensioni. Novemila metri quadrati, 43 milioni di euro d’investimento e una collaborazione tra imprese italiane e europee impegnate nella realizzazione del progetto. I due nuovi edifici si trovano esattamente al centro del sito di ricerca e entro i primi giorni del 2014 ospiteranno l’Istituto per l’Ambiente e la Sostenibilità e quello per la Salute e la Protezione dei Consumatori.
Nel suo discorso d’inaugurazione la Commissaria europea ha sottolineato l’importanza di queste due strutture in vista di “Orizzonte 2020”. L’ambizioso programma europeo che partirà ufficialmente nel 2014 con lo scopo di rilanciare la competitività della Unione Europea. “Orizzonte 2020” raggrupperà tutti i finanziamenti dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione, in modo da facilitare la trasformazione delle nuove scoperta scientifiche in prodotti e servizi innovativi. «Oggi a Ispra, sono molto lieto di vedere che questi nuovi edifici rafforzeranno la capacità del JRC di fornire risultati scientifici di alto livello», ha detto poco dopo il Vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič . «La Commissione incoraggia gli Stati membri a modernizzare le proprie infrastrutture in linea con gli obiettivi di Europa 2020. Per il bene della nostra credibilità, abbiamo voluto applicare alle nostre infrastrutture i migliori standard qualitativi». L’architetto Roberto Babich, che ha progettato gli edifici, ha mostrato come è stato possibile raggiungere questi standard. Una grande pompa di calore e un impianto di trattamento delle acque reflue per abbattere i consumi energetici e una schiera di pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto e sulle pensiline dei parcheggi per produrre l’80 per cento dell’energia necessaria per scaldare l’acqua delle nuove strutture. I laboratori e gli uffici sono ancora spogli, ma una volta completati i trasferimenti dai vecchi edifici, questi ultimi verranno demoliti, liberando una superficie totale di 13mila metri quadrati. Un’operazione che contribuirà a migliorare l’impatto ambientale dell’intero sito di Ispra, il terzo più importante in Europa.
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