I cinque “Station’s boys” che hanno adottato la stazione
Hanno dai sessanta agli ottant'anni i cinque pensionati che hanno deciso di sistemare i locali della stazione, prima lasciata in pessime condizioni. Pulizia ordinaria ma anche vasi di fiori e cartelli in tedesco per i turisti
Una signora tedesca li ha definiti gli “Station’s Boys”, ma ufficialmente sono quelli de “La compagnia della rotaia”. Sono cinque amici, dai sessanta agli ottant’anni, che una volta andati in pensione hanno deciso di adottare la stazione ferroviaria del loro paese.
Nati e cresciuti a Porto Valtravaglia, una volta dismessi i panni di ferroviere, pasticcere, metalmeccanico, commerciante e restauratore hanno messo a disposizione il loro tempo per sistemare i due locali a ridosso della ferrovia: «Erano in condizioni indescrivibili, la sala d’aspetto e la biglietteria erano irriconoscibili. Anni di bivacco e di abbandono avevano ridotto questo posto in un luogo a dir poco fatiscente», racconta Luciano, 62 anni, capelli bianchi e l’entusiasmo nella voce.
Una volta chiesti i permessi, in accordo con le Ferrovie delle Stato, i cinque “ragazzi” hanno iniziato a sistemare la piccola stazione che si trova a cinque minuti a piedi da uno dei luoghi più belli della Sponda Magra: «E’ il biglietto da visita per chi arriva. Questa è una zona frequentata da tanti turisti ed era impensabile poterla lasciare in quella condizione. Ci siamo tirati su le maniche e sarebbe bello che lo facessero tanti altri pensionati come noi».
Hanno iniziato a pulire i locali, «dentro c’era di tutto: materassi, resti di falò, immondizia», hanno scrostato i muri e imbiancato i locali. «Abbiamo usato almeno sessanta chili di vernice per farli tornare a splendere» continua a raccontare Oscar, uno dei cinque amici che fa parte di questa avventura.
L’esterno è stato pulito dalle sterpaglie, il piccolo laghetto prima sotterrato da erba e spazzatura è stato sistemato e dentro sono state piantate delle ninfee: «D’estate è uno spettacolo». All’esterno sono stati messi vasi di primule e per coprire la staccionata piante di gelsomini: «Ce li hanno regalati, come altre cose. Facciamo tutto a livello di volontariato e non abbiamo fondi». Le Ferrovie delle Stato infatti, fornisce loro vernice, attrezzi e altro materiale ma i cinque pensionati non si sono accontenti, oltre a rendere vivibile la stazione l’hanno resa accogliente.
Nel tempo hanno quindi recuperato panchine dismesse, bacheche, ghiaia e fiori: «Vedendo il nostro entusiasmo in tanti si sono affezionati a questa stazione. Molto ci donano materiale, per altri è diventata un luogo di ritrovo. Il sabato e la domenica ci sono persone anziane che passano qui il tempo». Spiegano Luciano e Oscar, che ci raggiunge durante la chiacchierata, «abbiamo coinvolto anche gli anziani del centro sociale e in questi giorni verranno qui a seminare i taggeti».
Un esempio, quello di questi cinque signori, di persone che hanno preferito agire piuttosto che stare a guardare: «tutte le domeniche mattine siamo qui per i lavori ordinari come buttare la spazzatura, pulire la banchina e la sala d’attesa. Poi c’è tutto il resto. Molte volte ci troviamo a dover sistemare quello che gli altri distruggono». Di frequente infatti, il loro lavoro è attaccato dai vandali: «troviamo scritte sui muri, bacheche divelte, sporcizia ma abbiamo imparato a non mollare mai. Ci vorrebbe più sorveglianza, il nostro sogno è quello di avere delle telecamere».
D’altronde, quella piccola stazione che per molti è solo una fermata della linea Luino-Gallarate, per loro è diventata una seconda casa: «abbiamo attaccato cartelli in tedesco per i turisti, dipinto a mano la striscia gialla delle banchina. E’ stato un lavoraccio», raccontano.
L’ultima sorpresa la nasconde il sottopasso: «La scorsa estate dei ragazzi ci hanno chiesto di poter realizzare un murales: il risultato è molto bello». Il disegno è un omaggio a Porto Valtravaglia, al lago e alla sua storia. «Possiamo dire un’altra cosa?» chiedono prima di concludere la chiacchierata: «Adesso che la stazione è sistemata andremo a restaurare il vecchio lavatoio di Ligurno».
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