Il “Claun Pimpa” porta il sorriso tra i bambini in fuga dall’ISIS
Marco Rodari è appena tornato dal suo primo viaggio nel nord dell'Iraq dove ha incontrato i profughi dallo Stato Islamico: "La guerra si respira dagli occhi dei bambini"
Un sorriso dopo mesi di fuga. E’ questo il dono che Marco Rodari ha portato ai bambini del nord dell’Iraq, nelle zone dove i profughi arrivano dopo essere scappati dallo stato islamico. Lui, il “Claun Pimpa” (si scrive proprio così), da anni gira gli angoli del mondo sconvolti dalla guerra ma è la prima volta che arrivava in quelle zone.
«Di solito vado a Bagdad -racconta- e non ero mai stato in quelle terre dove la guerra non c’è ma la si respira dagli occhi dei bambini che sono scappati». Lì, in quella striscia di terra attorno a Mosul «si sta molto meglio che nella capitale ma c’è una marea umana di gente al confine, persone che sono scappate, che si sono lasciate tutto alle spalle e che vivono in una situazione che non appartiene loro». E’ proprio questi bambini che il clown di Leggiuno ha cercato di far sorridere perché «più che la casa a queste persone manca la loro vita. Tu non sei più la persona che eri prima: il bambino che studiava non può più farlo e il genitore che bene o male viveva in una condizione ma dignitosa ora ha perso tutto. Ti ritrovi ad essere un profugo che, se fortunato, vive in un container».
Marco ha raccolto quel «dramma emozionale» nel libro “La guerra in un sorriso” che tra foto e racconti racconta il dramma dell’Iraq. La vendita del libro (disponibile alla libreria Kentro di Varese o richiedibile on line a info@ilpimpa.it) fino ad ora ha permesso di raccogliere 10.000 euro che sosterranno le iniziative del Pimpa, a partire da quelle in Palestina. «Sono in partenza per Gaza -racconta- e ci rimarrò per tre mesi: è il mio quindicesimo viaggio». Lì «come sempre avrò attività nelle scuole e poi continuerò i progetti al sostegno psicologico dei bambini» mentre continuerà anche la formazione di nuovi clown «in modo che possano continuare anche quando io non ci sono».
Ma nel frattempo, in questa parentesi italiana, Marco Rodari non è rimasto con le mani in mano. «Sono stato in Sicilia per il premio “Monsignor Arista”, l’uomo che 100 anni fa costruì i primi oratori in quell’isola» e oltre a raccontare quello che ha vissuto nei suo viaggi «in una settimana ho fatto una ventina di spettacoli con migliaia di bambini». Un premio che, naturalmente, «ho dedicato a tutti i bambini che vivono in guerra».
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