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Bagni vietati a Reno per colpa di un parassita

Balneazione vietata a causa di alcune reazioni cutanee denunciate da molti bagnanti. L'Asl sta cercando di isolare il parassita già noto in altri bacini lombardi perchè provoca "la dermatite del bagnante"

Natura vuole che i bagnanti non possano mai stare troppo tranquilli. Per chi sceglie le acque salate, meduse o granchietti sono sempre in agguato. Nelle acque di lago e fiume, i pericoli sono più piccoli, ma ci sono. Circa dieci giorni fa, sulla spiaggia di Reno, vicino a Leggiuno, si sono registrati i primi casi di quella che è apparsa come una ‘dermatite del bagnante’. Presso il pronto soccorso locale, i vacanzieri, che presentavano questo sfogo con pustolette rosse, si sono fatti sempre più frequenti e ciò ha fatto scattare le analisi dell’ASL e l’ordinanza di divieto di balneazione.

«La causa degli arrossamenti e irritazioni simili a varicella non è di alghe o inquinamente, in quanto il Lago Maggiore è completamente balneabile – ci tiene a precisare il sindaco di Leggiuno Adriano Costantini – Escludendo la presenza di coliformi fecali e alghe tossiche, l’ASL ha circoscritto la lista dei possibili ‘colpevoli’ al batterio cercaria, un parassita di uccelli e lumache. Questa ipotesi è avvalorata dalla presenza di microrgasmi legati al parassita esclusivamente nelle acque basse , dove nuotano di solito papere e anatre. La conca di Reno deve essersi rivelata un habitat particolare che ha favorito la proliferazione del parassita. Sul lago Maggiore sarebbe il primo caso, così l’ASL sta contattando i centri del Lago di Garda e d’Iseo, dove il fenomeno è già noto».

Gli accertamenti, dunque, sono affidati all’Asl: « Esclusi i due parametri richiesti dalla normativa (microrganismi patogeni e alghe tossiche) le nostre indagini si stanno indirizzando verso una particolare forma di dermatite detta del bagnante – spiega il dottor Paolo Bulgheroni del Dipartimento prevenzione dell’AslÈ la prima volta che abbiamo riscontri nei nostri laghi, ma sappiamo che è abbastanza diffuso in altri bacini come il Garda. È un parassita che provoca queste reazioni di natura cutanea, benigne e che si risolvono in breve tempo. Sono parassiti  che svolgono illoro ciclo vitale in uccelli acquatici e lumache. È un fenomeno del tutto naturale. La ragione dell’ordinanza di divieto della balneazione è dovuta al fatto che stiamo ancora cercando conferme a questa nostra teoria: non è facile isolare il parassita. Una volta che avremo la certezza della causa, allora, d’intesa con il Sindaco, si procederà all’eventuale revoca dell’ordinanza con l’informazione adeguata dei bagnanti su tutte le precauzioni da adottare: sciacquarsi bene dopo il bagno, cambiarsi il costume, evitare di dare da mangiare agli animali. ecc…».
Nell’attesa che si concludano le ultime analisi, entro 6 giorni, è imposto il divieto di balneazione e quello di ‘non dare da mangiare alle anatre‘, così da non attirarle a riva.

Pubblicato il 02 Agosto 2013
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