“Non si trasformi il Circolo in un ospedaletto di provincia”
La RSU dell'ASST Sette Laghi critica il piano di sviluppo presentato dalla direzione alla Regione. Messi in luce i punti delicati sulla riorganizzazione di Luino, Cittiglio, Tradate e Del Ponte
Sindacati preoccupati per il futuro degli ospedale dell’ASST Sette laghi. In una nota, la RSU aziendale evidenzia criticità e problematiche future legate a scelte giudicate poco comprensibili nel POAS, il programma di sviluppo triennale redatto dalla direzione e sottoposto al vaglio della Regione : « Il nuovo piano, che già in parte sta trovando attuazione nei provvedimenti, recentemente adottati, denota preoccupanti ricadute sul personale dipendente di questa Azienda.
Partiamo dalla chiusura del reparto di Ortopedia di Cittiglio e trasferimento a Luino. Effetto di questo spostamento è che da una parte si ridimensionano le attività (Cittiglio), dall’altra si aumentano (Luino) senza una equa ridistribuzione delle risorse. I probabili, effetti, di tale riorganizzazione saranno le ricadute sull’attività di Pronto Soccorso di Cittiglio. Quello che preoccupa è come, ma soprattutto da chi, verranno trattati i pazienti che afferiranno al PS per fratture o traumi, visto che in futuro verrà meno la figura dell’ortopedico? In quali strutture si effettueranno i controlli e i follow-up? Saranno Luino e/o Varese capaci di gestire tale carico di lavoro? Ricordiamo che Varese ha già i suoi problemi per il ridimensionamento dei posti letto (come più volte denunciato dall’ex Primario Prof. Cherubino)».
«Altre possibili ricadute potranno essere l’aumento delle attività delle sale operatorie di Luino, ma non solo – prosegue la RSU aziendale – Infatti, è già stato inserito un nuovo turno di sedute operatorie in aggiunta a quelli esistenti. E’ probabile che questo si riverberi anche sulle sale operatorie del Circolo. Da tutto questo non si esclude anche possibili effetti sul PS di Varese. Inoltre, chi assorbirà i circa 400 ricoveri annui di Cittiglio? E le 4000/4500 prestazioni ambulatoriali? Le conseguenze di tale riorganizzazione sarà che non potendo differire le urgenze, ci dovremo aspettare un aumento delle liste d’attesa per gli interventi programmabili. I 10 posti letto eliminati di Cittiglio: che fine faranno? Luino ne guadagna al momento, di fatto, uno solo (10 attuali + 2 recuperati dalla chirurgia uguale ad 1 solo posto letto in più)».
Le previsioni sono dunque di maggior criticità nel gestire le emergenze: « Ma la domanda che più di tutte ci preoccupa è: con quali professionalità? E la qualità dei servizi offerti al cittadino, saranno altrettanto garantiti? Ed infine, quale sarà il progetto futuro per questi presidi in termini di offerta assistenziale? Interrogativi che auspichiamo portino a risposte rassicuranti. Non vogliamo per questi presidi una seconda Cuasso!».
«Il piano di riorganizzazione non risparmia neanche Tradate: l’accorpamento dei reparti di Medicina e Cardiologia, e dei reparti di Chirurgia Generale e Week-hospital, ha già determinato situazioni di difficoltà nel numero di posti letto. Questo porterà il conseguente affollamento del Pronto Soccorso, che non riuscirà a ricoverare i pazienti, con possibili ricadute anche sulle sedute operatorie di per se già ridotte».
I sindacati mettono nero su bianco anche i timori che da tempo la Fondazione Ponte del Sorriso solleva: « Stessa preoccupazione anche per il presidio del Del Ponte. Il nuovo POAS non evidenzia, a parer nostro, sostanziali cambiamenti, rispetto all’attuale assetto. Non sembra decollare quel polo materno infantile, che era nel progetto Regionale, quale centro di riferimento per la Provincia di Varese e non solo. Le attività rimangono suddivise tra Ponte e Circolo lasciando tutto, o quasi, inalterato. Questo non risolve le questioni di criticità e di ricadute sul personale operante su questo Presidio soprattutto infermieristico ed ostetrico. Ancora una volta poche le garanzie di riportare alla normalità le attività di questo presidio. Quindi il progetto del Polo materno infantile è finito? Nessuna prospettiva di nuove assunzioni per tale struttura?
Vogliamo chiarezza e rassicurazione in tal senso».
Anche il territorio con le aree distrettuali ex Asl oggi di competenza dell’ASST verrà coinvolto nel nuovo assetto e la RSU teme ricadute negative: « Ravvisiamo già che ci saranno probabili ripercussioni sulle attività legate a queste aree, e di conseguenza sul personale. Tra tutti il probabile ridimensionamento del progetto “area fragilità”, attualmente in essere nelle varie aree distrettuali per ragazzi con disabilità mentali. Tutto questo non ci rende tranquilli!!»
«Oggi – conclude la nota – abbiamo una situazione nel complesso molto preoccupante. Le risorse sono inadeguate ai carichi di lavoro, stress da lavoro correlato molto alto, un aumento del potenziale rischio d’errore, turni non più sostenibili, pronte disponibilità oltre il limite consentito dalla norma, crescente demotivazione tra il personale ed altro ancora. Come RSU chiediamo e vogliano garanzie per i lavoratori di questa Azienda. Bisogna ricreare quelle condizioni di lavoro accettabili e degni di una struttura che rappresenti l’eccellenza della Provincia di Varese e non solo, e non di semplice ospedaletto di provincia.
I cittadini hanno diritto ad una sanità di eccellenza, che può derivare solo da condizioni di lavoro ottimali e con risorse adeguate».
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