Dopo la protesta, le azioni “per riaprire pediatria e punto nascita”
La manifestazione di ieri ha visto una grande partecipazione di cittadini. Ora sindaci, comitato e provincia si stanno muovendo per chiedere che le scelte sugli ospedali non siano calate dall'alto
Dopo la manifestazione di ieri che ha visto radunarsi ad Angera alcune centinaia di cittadini, passa ai sindaci e alle realtà presenti al loro fianco, la palla della protesta contro la chiusura della pediatria e del punto nascita dell’Ospedale Ondoli e l’appello per la riapertura dei reparti.
LE RICHIESTE DEI SINDACI
I primi cittadini del distretto di Sesto Calende, tutti presenti al sit in convocato da un gruppo di mamme e dai rappresentanti del comitato permanente per l’ospedale, si riuniranno lunedì per elaborare un documento con proposte e criticità da presentare il giorno dopo, martedì 13 dicembre al direttore dell’ASST della Valle Olona, Giuseppe Brazzoli.
«Sono quattro i temi che ci vedono piuttosto concordi tra noi – spiega il sindaco di Angera, Alessandro Molgora -. Ossia, la necessità di avere chiarimenti in merito all’assenza di un decreto ministeriale che effettivamente confermi la bocciatura della richiesta di deroga per i punti nascite sotto il limite dei cinquecento parti, e di conseguenza giustifichi il provvedimento di chiusura, l’impegno a far coincidere nuovamente ospedale e territorio (attualmente uno di competenza dell’Azienda di Busto, l’altro di Varese, ndr), la necessità che i rappresentanti dei cittadini, in questo caso i sindaci, partecipino alle decisioni più importanti su un tema così delicato come il diritto alla salute e soprattutto sottolineare e chiedere che vengano rivisti gli aspetti della riforma che non sono condivisi».
LE INIZIATIVE DEL COMITATO PER L’ONDOLI
E mentre i sindaci si organizzano, anche il Comitato permanente per l’ospedale Ondoli fa sapere che continuerà la sua battaglia per far riaprire i reparti che sono stati chiusi. «Al termine della manifestazione – scrivono i rappresentanti – il Comitato ha evidenziato ai referenti regionali l’assoluta necessità di: impugnare il decreto ministeriale sulla mancata proroga del punto nascite richiesta da Regione Lombardia presso le sedi competenti e, al contempo di rimettere i servizi tolti al nostro Ospedale cittadino; definire con i Territori , i Comitati e i Tecnici l’anomalia della divisione introdotta con la nuova Riforma Regionale che ha stabilito come il Territorio dei Comuni che gravitano sul nostro Ospedale sia stato destinato all’Azienda di Varese, mentre l’Ospedale a quella di Busto Arsizio ; convocare immediatamente un tavolo tecnico con le parti sopra citate che devono riguardare tutti i Piccoli Ospedali della Provincia di Varese, al fine di correggere una Riforma che fino adesso sta causando solo problemi e disservizi e predisporre una chiaro e articolato programma da sottoporre ai Territori per quanto attiene gli investimenti promessi per il nostro Ospedale cittadino».
LE AZIONI DELLA PROVINCIA DI VARESE
Non chiedono nello specifico delle riaperture ma maggiore confronto e partecipazione i consiglieri provinciali di maggioranza che hanno presentato una mozione sull’applicazione della legge regionale 23 e sui suoi effetti sui piccoli ospedali del Varesotto. Il testo sarà discusso in occasione del prossimo consiglio provinciale. Con questo documento Villa Recalcati chiede alla Regione Lombardia di impegnarsi a coinvolgere e informare i sindaci dei territori interessati riguardo le modifiche funzionali o strutturali degli ospedali.
L’INCONTRO SULL’OSPEDALE
La prossima occasione aperta al pubblico, per discutere del futuro della struttura angerese, è invece in programma alle 21 del 14 dicembre, in sala consiliare. L’iniziativa è promossa dal Comitato per l’Ondoli e vedrà partecipare alcuni rappresentanti regionali che si confronteranno sulla riforma della sanità ma anche sulle istanze sollevate dai cittadini residenti nei territori serviti dai piccoli ospedali della provincia di Varese.
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