“Disposti a collaborare ma vogliamo chiarezza sul futuro dell’ospedale”
Il confronto tra i sindaci del territorio e i direttori dell'ospedale dell'ATS si è concluso con un impegno di massima a confrontarsi sul futuro. Ma rimangono aperti alcuni interrogativi
« Condividiamo la necessità di avviare un discorso sulla sanità che metta al centro il cittadino, ma chiediamo trasparenza e coinvolgimento per non ritrovarci da un giorno all’altro senza servizi».
Monica Brovelli, sindaco di Ranco, riassume così contenuti e toni della riunione che ieri sera ha visto coinvolti i sindaci dei comuni del territorio di riferimento dell’ospedale Ondoli con il direttore dell’ASST Valle Olona Giuseppe Brazzoli e il direttore dell’ATS Insubria Paola Lattuada: « Ci hanno illustrato le linee guida della riforma, soprattutto alla luce dei dati epidemiologici – spiega Monica Brovelli – Ci hanno fornito una fotografia del bisogno della popolazione che invecchia sempre di più e presenta patologie croniche. Ci hanno spiegato il sistema a rete della medicina, dell’assistenza più capillare e della specificità dell’ospedale di Angera che verrà potenziato nel pronto soccorso, nell’ortopedia, nella chirurgia. Un quadro molto interessante a cui, però, non sono stati aggiunti modalità e soprattutto tempi».
La riunione di ieri sera, indetta sulla scorta del moto di proteste innescato dalla chiusura del punto nascita e della pediatria dell’Ondoli, mirava a chiarire i timori di un territorio che difende strenuamente il diritto alla salute: « Abbiamo contestato le modalità con cui sono state attuate le decisioni: nessuna comunicazione, nessuna spiegazione. Solo un ordine interno che ha scatenato la rabbia delle mamme e della gente in generale. Noi capiamo la frustrazione di queste donne che si vedono impoverite di servizi essenziali. Per questo, abbiamo offerto la nostra collaborazione per intraprendere un cammino di confronto e dialogo in vista di queste innovazioni che verranno apportare. La dottoressa Lattuada ci fornirà la fotografia completa della situazione sanitaria, da parte nostra, studieremo e faremo proposte che vadano nello spirito della riforma tutelando i diritti dei nostri cittadini. Il dottor Brazzoli si è detto disponibile a partecipare a ogni confronto con noi sindaci, garanti degli interessi locali. Discutiamo, confrontiamoci, parliamo ma non si cominci con l’impoverimento senza un progetto futuro.».
E se così sarà per il futuro, rimane da capire cosa succederà per i servizi dedicati all’infanzia dell’Ondoli: « Abbiamo scoperto che le chiusure sono state dettate dall’urgenza di mettere in sicurezza i due servizi. Sul punto nascita sappiamo che c’è la normativa che impone numeri e personale specifico. Sappiamo che sarà garantito l’accompagnamento alla maternità, ma c’è un po’ di confusione sul modello e sul personale che rimarrà in servizio ad Angera. Ciò che io, personalmente, non sapevo, invece, era l’estrema carenza di pediatri da impiegare e che ha costretto l’azienda a optare per la sola assistenza ambulatoriale di 5 ore al giorno. Crediamo che sia una risposta assolutamente insufficiente per rispondere alle esigenze del territorio. Un bimbo non sta male a comando: è un disservizio gravissimo».
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