Un pranzo per i migranti: “L’accoglienza è una ricchezza”
Raffaella e Giuseppe, i proprietari del ristorante “Tredici8 Due Scale” hanno organizzato un pranzo per i ragazzi nigeriani ospitati a Maccagno
“Accogliere significa mettersi in gioco, rendere partecipi di qualcosa di proprio, significa offrirsi”. Con queste parole Raffaella e Giuseppe, i proprietari del ristorante “Tredici8 Due Scale” di Luino, insieme ai loro figli e collaboratori, hanno aperto il loro locale, ma soprattutto il loro cuore, ai ragazzi nigeriani ospitati a Maccagno dalla cooperativa Agrisol, braccio operativo della Caritas Comasca.
Hanno loro offerto, nella bella cornice del loro locale, storico edificio luinese legato allo scrittore Piero Chiara, un pranzo a base di pizza, uno dei piatti che i migranti amano di più, dolce e caffè.
Invitati a condividere questo particolare momento, erano presenti il sindaco di Maccagno Fabio Passera con la moglie, il parroco di Maccagno don Franco Bianchini, il presidente della cooperativa Agrisol Simone Maritan e il responsabile Caritas per le Valli Varesine Marco Rigamonti con la moglie.
Insieme ai giovani migranti c’era Jacopo, il loro educatore, animato da tanta passione per il suo lavoro e incline a condividere sempre con i suoi ragazzi i momenti di svago e di lavoro.
La solidarietà vive di cerchi concentrici: Raffaella e Giuseppe hanno sottolineato che, così come loro erano stati accolti a Luino, pur tra difficoltà e problemi, oggi, che chiudevano la loro attività, avevano voluto avere loro ospiti questi ragazzi perché l’ospitalità è sempre stata uno dei fili conduttori dell’esperienza del loro ristorante, che, proponendo ai propri clienti qualità, eccellenze e comunicando l’idea di cibo buono, pulito e giusto, ha sempre voluto accogliere tutti.
Giuseppe, rivolgendosi soprattutto ai ragazzi presenti, ha affermato: “In questo momento in cui la nostra avventura si sta concludendo, l’essere accolti e accoglienza nuovamente risuonano dentro di noi. E ancora una volta il nostro agire è stato quello di accogliere chi sta vivendo un momento difficile, è stato un pranzo che ci ha resi tutti più ricchi …”. Più ricchi perché è l’incontro che ci permette di capire il nostro prossimo, soprattutto chi è diverso da noi: quando, infatti, evitando diffidenza e paura, entriamo in contatto con questi ragazzi venuti da lontano e riusciamo a conoscerli, ci accorgiamo che sono persone come noi, persone che hanno sentimenti, persone che hanno una dignità pari alla nostra. Sono uomini, donne e bambini che fuggono, fuggono dalla disperazione, fuggono dalla povertà estrema, scappano da un luogo che li ha visti nascere e crescere, quello stesso luogo che ora non possono più abitare. Ogni migrante porta con sé e dentro di sé la sua storia, la storia della sua vita, una storia che a volte è più sofferta della nostra.
Tutti questi racconti di vita che ognuno di loro offre, contribuiscono a favorire quel processo di integrazione e scambio interculturale che è alla base della convivenza civica. Lo hanno capito benissimo i figli dei proprietari, Riccardo e Raffaella, che, con la semplicità e l’empatia che solo i giovani sanno sprigionare, si sono seduti al tavolo con i ragazzi nigeriani: sorrisi, racconti, due mondi sconosciuti, ma che hanno subito trovato un contatto perché, solo se si vive in modo aperto la fratellanza, si diventa amici in un attimo, si matura e ci si arricchisce. La nostra crescita umana e spirituale, infatti, nasce da qualsiasi esperienza, in quanto tutte le cose che viviamo costituiscono la nostra persona, quasi come fossimo un mosaico fatto di testimonianze di vita.
Anche Fabio Passera, primo cittadino di Maccagno con Pino e Veddasca, da sempre parte attiva nel promuovere progetti di accoglienza in tutti i paesi del varesotto, ha detto ai presenti: “Come sindaco ho sempre vissuto l’accoglienza come una precisa scelta di vita, quindi questa non può che essere una giornata importante. La presenza del nostro parroco, don Franco Bianchini, aldilà della sua scelta personale, è il segno tangibile di una comunità intera che vive un momento importante. Conosco Giuseppe da tempo, e lo apprezzo per ben altri motivi. Oggi, insieme alla sua bellissima famiglia, ha fatto di più. Oggi eravamo a Luino, ma potevamo essere dovunque perchè il valore dell’accoglienza non si coniuga solo ai migranti, ma si coniuga a chiunque ne abbia bisogno. Lo capiscano coloro che pensano che esiste una differenza tra essere Uomini o essere Sindaci. Da cattolico praticante, questa non può che essere la mia strada”.
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