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Conoscere Cannobio

La gita a cura del Cai è gratuita con esclusione dei costi viaggio e pranzo ed è obbligatoria la prenotazione entro giovedì 21 marzo

Una escursione con la presenza eccezionale in qualità guida del ing Pierangelo Frigerio per conoscere in modo approfondito e coinvolgente Cannobio e la sua storia è la proposta del CAI Luino in programma sabato 23 marzo. 
Il programma della giornata prevede:
ore 9,00 appuntamento presso la stazione navigazione Lago Maggiore di Luino – acquisto biglietto
ore 9,20 partenza per Cannobio
ore 9,40 arrivo a Cannobio e inizio escursione con visita ai vari punti caratteristici
ore 12,30 Pranzo ( facoltativo) presso Ristorante “il Portico” – Prezzo concordato € 19,00
ore 14,00 Seconda parte della visita
ore 15,15 ritrovo presso stazione battello
ore 15,30 partenza per Luino
ore 15,55 arrivo a Luino

La gita è gratuita con esclusione dei costi viaggio e pranzo ed è obbligatoria la prenotazione entro giovedì 21 marzo o fino ad esaurimento dei posti disponibili . (Attenzione i posti sono molto limitati)
A questa iniziativa partecipano i volontari del CAI Luino che ogni anno accompagnano numerose classi delle scuole elementari e medie del luinese nelle escursioni sulla sponda piemontese del lago.

Perché è importante conoscere Cannobio. Cannobio è stato nel Medioevo centro civile e religioso di un ampio intorno, da Cannero a Brissago, alla valle Cannobina e, oltre il lago da Pino a Maccagno e alla valle Veddasca. Un sistema economico progredito comprendeva la componente agreste basata sulla viticoltura nelle pendici a solivo, l’olivicoltura a Cannero, la silvicoltura e l’allevamento di bestiame nelle valli, che alimentavano le industrie del borgo, il lanificio e la conceria, le segherie a Maccagno. Il surplus della produzione era esportato, il bestiame verso i mercati (come quello di Germignaga), lane e pellami a Milano tramite la via d’acqua del lago e del Naviglio. Un ricco ceto di mercanti trafficava fra Milano e l’Oltralpe. Prima dell’anno Mille, Cannobio era parte di una “corte regia”, tributaria al fisco pubblico e protetta da un castello. La corte pervenne infine per infeudazione al monastero di S. Pietro di Breme Lomellina, dagli atti del quale apprendiamo l’esistenza in loco, accanto ai “servi” della corte, di un ceto di artigiani semi-liberi esperti nel portare la legna d’opera dal monte sino al lago, taluni nel lavorare il legno per produrre torce, altri nel costruire camini e forni, imprenditori responsabili del loro lavoro tanto da dover risarcire i danni che derivassero dal propagarsi del fuoco a tetti in larga parte coperti con la paglia. Si sviluppò subito dopo il laborerium lane cui si riferiscono molti capitoli degli evoluti statuti comunali del ‘200-‘300 cheimpongono una precisa normativa riguardante la qualità delle lane prodotte. Cannobio svolse anche un ruolo politico importante, dando aiuto nel 1276 all’arcivescovo Ottone Visconti, con la spedizione navale che portò alla sconfitta dei Torriani a Germignaga; i fratelli Mazzardi agli inizi del ‘400 appoggiarono validamente il disegno eversivo di Facino Cane per la conquista del ducato, mancato per la morte prematura del condottiero, e subito dopo la conquista del potere da parte di Filippo Maria Visconti finendo poi per esserne travolti.
I de Canobioe altri cannobiesi si distinsero a Milano e altrove come dimostrato dalle scuole Cannobiane fondate a Milano e Novara e da ultimo, a tacere di alcuni militari, come Antonio Giovanolae Pietro Carmine nei ministeri pre- e post-unitari. Da questo quadro, fervido per secoli di operosità, restano le testimonianze documentali e materiali. La struttura urbana del borgo, oggi riconosciuto come città per i valori storici che tramanda, si basa su due assi ortogonali, “di riva” e “del borgo” sui quali si allineano case che spesso conservano elementi medievali e mostrano dignitose architetture cinque-seicentesche. Nel nucleo centrale si distinguono il duecentesco palazzo del popolo, Parasiper antonomasia, unito al grande campanile civico, ultimato alla fine del XII secolo come orgoglioso simbolo del comune. A lato la chiesa plebana di S. Vittore, costruita sul luogo della basilica romanica, nel ‘700, alla cui maestosa fronte diede mano l’archietto Caronesi di Veddo sopra maccagno. Su altro lato il palazzo “mandamentale” che conserva nel cortile la statua del senatore Giovanola, opera del valente scultore cannobiese Giulio Branca che ha lasciato altre opere di pregio in Cannobio. Lungo il lago la palazzata si orna di begli edifici fra cui va ricordata almeno la casa Omacini, ove san Carlo fu ospitato nelle ultime ore della sua vita. Il santo celebrò la sua penultima messa nella vicina chiesa della Ss. Pietà, il 31 ottobre 1584, quando la chiesa era ancora in costruzione. Il santuario ha origine dal miracolo della Sacra Costa, nel 1522 scaturita insieme a sangue da una immagine della deposizione di Cristo nel sepolcro. La casa lungo la riva ove il miracolo era avvenuto fu subito trasformata in chiesa, che fu assai frequentata tanto da suggerire un ampliamento che in diverse fasi portò al gioiello d’arte quale oggi si ammira. I dintorni di Cannobio mostrano una bella chiesa di S. Anna all’orrido di Traffiume e la chiesa di S. Gottardo, incastonata nel nucleo medievale di Carmine. Dalla eiva si ammirano i castelli di Cannero (ma in comune di Cannobio), in origine costruiti dai Mazzardi, poi totalmente rifatti a formare la rocca Vitaliana di Ludovico Borromeo. Altre manifestazioni di civiltà urbana e “alpina” si possono riscontrare lungo le rive e nelle valli copra ricordate, parte rilevante del paesaggio e della storia verbanesi: luoghi che meritano visita approfondita e conoscenza, particolarmente delle scuole rivierasche.

Pubblicato il 12 Marzo 2013
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