“Tatarella, Paolo VI e Berlinguer”, altre proposte per le vie della città
Alessandro Franzetti già Presidente del Consiglio Comunale torna sulla questione delle intitolazioni
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Alessandro Franzetti, già presidente del Consiglio Comunale in merito all’intitolazione delle vie cittadine. Un dibattito che segue la proposta di intitolare una strada a Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano.
Mi soffermo di nuovo sulla vicenda delle intitolazioni e ritengo che per ottenere quella pacificazione storica di cui abbiamo bisogno, sarebbe necessario che le amministrazioni di un colore propongano di intitolare un luogo cittadino a un grande personaggio (locale o nazionale) che appartenga alla parte politica opposta.
Per esempio, se un domani a Luino governerà una giunta di centrosinistra, che bello sarebbe intitolare una via o una piazza al compianto Pinuccio Tatarella, che fu vicepresidente del Consiglio dei Ministri nel primo governo Berlusconi, e fu chiamato “il ministro dell’armonia”, proprio per il suo indiscusso valore morale di mediatore politico.
Ma che bello sarebbe inoltre se un consigliere comunale laico appassionato del ‘900 proponesse un’intitolazione a quello che fu, a mio parere, il più grande pontefice del secolo scorso, la cui memoria è stata troppo a lungo oscurata dal Papa buono che lo ha preceduto e dal Papa Santo che è venuto dopo: mi riferisco al Beato Paolo VI, che fu il primo Papa a viaggiare fuori da Roma e che qualche luinese si ricorda anche perché, da arcivescovo di Milano, venne nella nostra città per amministrare la cresima ai ragazzi.
Proprio con questo spirito, chiedo al sindaco di abbandonare la proposta di intitolare una via ad Almirante e di intitolarla a un grande statista che apparteneva al campo opposto al suo, un uomo che guidò la sinistra negli anni burrascosi e terribili di piombo: Enrico Berlinguer, che da segretario del PCI parlò della NATO come “ombrello protettivo”.
Per chiudere la vicenda Almirante ho intenzione di regalare al sindaco e a Mario Contini il libro “Gli occhiali del sentimento: Ilda Bonfiglioli, un secolo di storia nella memoria di un’ebrea ferrarese”, un racconto-intervista in cui la protagonista, ripercorrendo le vicende drammatiche della sua famiglia, narra un secolo di storia italiana, dal padre irredentista che si lascia morire a Vienna pur di non combattere per l’Austria, alle leggi razziali, alla strage della lunga notte del ’43 e alla fuga in Svizzera durante la quale la madre viene catturata dalle SS. E lo fa infilando gli occhiali nelle cui stanghette è celato l’apparecchio acustico, gli “occhiali del sentimento” come li chiama, giocando sul doppio senso fra udito e cuore.
Perché solo se si ha memoria del passato, si può pensare di costruire un futuro migliore.
Alessandro Franzetti
Già Presidente del Consiglio Comunale di Luino
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