Manca l’assistenza, Tommaso non può andare a scuola
A una settimana dal suono della prima campanella manca ancora il personale che dovrebbe prendersi cura del piccolo Tommy, sette anni, affetto da SMA. La mamma: "Un'ingiustizia"
“La scuola è aperta a tutti”, sancisce la Costituzione, ma per Tommaso, a quasi una settimana di distanza dal suono della prima campanella, quelle porte sono ancora invalicabili.
Tommy ha sette anni e vive a Lisanza, frazione di Sesto Calende. È un bambino speciale e per poter frequentare le lezioni avrebbe bisogno di un’assistenza continuativa e qualificata. Assistenza – un infermiere e un’insegnante di sostegno – che dovrebbe essere garantita fin dall’inizio delle lezioni ma ad oggi, per motivi e responsabilità diverse delle istituzioni che avrebbero dovuto occuparsene, ancora manca.
Tommaso ha diritto ad andare a scuola, di frequentare la seconda elementare insieme ai suoi compagni, come tutti gli altri bambini e anche Federica, la sua mamma, avrebbe diritto, come le altre mamme di stare quantomeno serena una volta affidato il figlio al personale della primaria di Lisanza.
Invece i giorni passano e la questione è ancora senza soluzione: Tommaso è a casa e aspetta e Federica serena non lo è, anzi.«Per risolverla in tempi brevi ci vorrebbe un miracolo – racconta -. Tommaso è affetto da SMA e non posso lasciarlo a scuola senza la garanzia che non venga assistito da personale in grado di garantire la sua sicurezza e assistenza e gestire le cure di cui ha bisogno. È per questo motivo che non ho potuto lasciarlo all’assessore Edoardo Favaron, che si era gentilmente offerto di assisterlo per tutta la giornata. Per questo lo ringrazio ma non è una soluzione praticabile».
Quello di Tommaso non è un caso isolato: «Ma non è questo un buon motivo per rassegnarsi – prosegue Federica -. La nostra situazione non è nuova non è giusto che ad ogni anno scolastico si ripeta questa storia. Mio figlio non è un pacco, che posso accontentarmi di lasciare a scuola, è un bambino e un alunno e come tale ha il diritto di essere trattato. Risolvere questo problema è diventato ora urgente, perché le giornate passano e Tommaso ha diritto di andare a scuola. Per questo mi batterò sempre, non accetto questa ingiustizia, perché non ho altre parole per definirla».
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