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Sei piccoli uffici postali a rischio chiusura

Sono piccoli e giudicati non sostenibili da Poste Italiane: sono gli uffici di Trevisago, Valganna, Corgeno, Santa Maria del Monte, Creva e Cuasso al Piano

Sei piccoli uffici postali giudicati "non sostenibili" e potenzialmente a rischio chiusura. Il piano di riorganizzazione inviato da Poste Italiane all’Agcom parla chiaro: 1155 uffici postali di piccole dimensioni non riescono a mantenersi economicamente.

LA LISTA COMPLETA

E tra questi ce ne sono anche sei della provincia di Varese: quello di Trevisago a Cocquio-Trevisago, quello di Valganna, l’ufficio a Corgeno di Vergiate, a Santa Maria del Monte a Varese, a Creva di Luino e a Cuasso al Piano nel comune di Cuasso al Monte.
Si tratta di piccoli presidi che hanno visto venire meno la loro sostenibilità economica con il calare dell’utilizzo della posta ma che, comprensibilmente, continuano ad avere un altissimo valore sociale per le piccole comunità. La lista è stata predisposta seguendo un criterio di confronto tra costi e ricavi, ma è indubbio che spesso il valore di questi uffici travalica il significato puramente economico.
Ed è per questo che lo stesso Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane, interpellato dal quotidiano la Repubblica, ha lasciato la porta aperto alla loro sopravvivenza, seppur inquadrata in una riorganizzazione complessiva delle loro funzioni

"Non li vogliamo chiudere – chiarisce Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane – Quel report è una lista che siamo obbligati a inviare ogni anno all’autorità di riferimento, cioè all’Agcom. Però sono sportelli effettivamente sotto i parametri di economicità, quindi per non tagliarli stiamo raggiungendo accordi con gli enti locali per trasformarli in centri multiservizi". L’idea, dunque, è questa. Visto che il volume del traffico postale continua a diminuire (-10 per cento nel 2011 rispetto al 2010), gli uffici devono riciclarsi. "Per esempio offrire al comune di occuparsi della cartografia digitale – spiega Sarmi – per un piccolo ente costerebbe circa 5 mila euro. Oppure aprire al cittadino una serie di servizi a pagamento, come il rilascio di certificati anagrafici o la possibilità di saldare il ticket sanitario".

Pubblicato il 11 Luglio 2012
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