In centinaia alla mostra di Boldini
Il capolavoro del maestro ferrarese esposto fino a metà gennaio a palazzo Verbania
Centinaia i fruitori che hanno visitato in questi giorni Palazzo Verbania per ammirare il capolavoro per Luino (a cura di Federico Crimi) lo stupendo dipinto di Lady Nanne Schrader nata Wiborg ritratta da Giovanni Boldini nel 1903.
L’ingresso è libero. Il dipinto resterà a Palazzo fino al 15 gennaio e sarà fruibile nei seguenti orari: sabato 28 e domenica 29 dicembre, 10-13, 15-18. Lunedì 30, chiuso. Martedì 31 10-15. Mercoledì 1 gennaio chiuso. Giovedì 2 gennaio, venerdì 3, sabato 4: 15-18; domenica 5 gennaio: 10-15. Lunedì 6: chiuso.
Per esaltare oggetti della Belle Epoque in esposizione a Luino il taffetà di seta (cento per cento) Taroni di Como.
In esposizione anche un impalpabile tessuto dorato che esalta la lucentezza di timide roselline in raso di seta da una collezione di Gianfranco Ferré. (Courtesy camiceria Oldani)
Cercando di ricostruire accuratamente il panorama artistico in cui Giovanni Boldini ha vissuto, scopriamo la societa’ parigina di fine ‘800.
Boldini resta incredibilmente affascinato da questo clima effervescente e scintillante di fin de siècle, si reca nei migliori salotti della ville Lumière, frequentandoli con celebrità come Marcel Proust, che li descrive nella sua Recherche in pagine di grande letteratura francese.
A Parigi, il pittore Ferrarese intesse relazioni con celebri couturiers, scegliendo le creazioni più adatte alle signore e signorine raffigurate nei suoi ritratti con una particolare cura nel dipingere organza, taffetà, pizzi. Il tutto impreziosito da gioielli scintillanti, lucenti come i suoi incarniti femminili.
Lina Cavalieri ed Eleonora Duse sono solo due tra le tante donne raffigurate che frequentavano i salotti europei è la società artistica, culturale e borghese del tempo.
Giovanni Boldini viene ricordato dopo la sua morte da Vogue Francia e Vogue America come il pittore dell’eleganza, colui che era riuscito, avendo vissuto così profondamente il suo tempo, a trasferire nelle sue tele un modello di stile efficace intenso e particolare, quell’ eleganza che avrebbe esercitato una forte influenza sulla moda di quel momento – era il 1931 – ma anche su quella degli anni a venire.
Questo lungo percorso attraversa tutto il ‘900 tanto da contaminare anche le ultime collezioni di haute couture di stilisti importanti che per le loro ultime sfilate hanno dichiarato di essere stati ispirati dalle donne di Boldini. Per esaltare i gioielli della Belle Epoque in esposizione a Luino il taffetà di seta (100 per cento) Taroni di Como.
In esposizione anche un impalpabile tessuto dorato che esalta la lucentezza di timide roselline in raso di seta da una collezione di Gianfranco Ferré.
Il rapporto tra Ferré e il celebre artista ferrarese si trova anche nelle pagine della biografia di Gianfranco Ferré scritta da Maria Vittoria Alfonsi:”… alcune volte ha fatto ricordare Boldini e le sue indimenticabili donne tutte lusso e splendore tra pizzi e fiori “.
Un souvenir dei pizzi preziosi delle sorelle Callot che durante la Belle Epoque parigina impreziosivano le creazioni dei couturier a’ la page come Worth. Un modello per Ferré.
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