Frontini (Fabi): “Rimane aperta la questione sugli esuberi di Ubi banca”
Anche il sindacato è rimasto spiazzato dall'operazione di Intesa Sanpaolo
L’annuncio dell’Opa lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca all’indomani della presentazione del piano industriale da parte del ceo di Ubi Victor Massiah ha lasciato un po’ tutti sorpresi. Lo stesso consigliere delegato, in quell’occasione, aveva detto di non essere particolarmente interessato al Risiko bancario anche se «non escludeva una strategia di crescita ma solo in presenza di chiarezza nella governance e creazione di valore». L’offerta lanciata da Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo. per acquisire le azioni di Ubi Banca, di certo non è ostile ma nemmeno concordata, altrimenti non si spiegherebbe il momentaneo silenzio stampa di Massiah.
Prima di illustrare il piano agli investitori esteri, il ceo di Ubi Banca aveva incontrato i sindacati di categoria perché nel triennio è prevista una riorganizzazione con la chiusura di 175 filiali, 2.030 esuberi e la riqualificazione di 2.360 lavoratori. «Anche noi abbiamo chiesto al ceo di Ubi Banca notizie sul Risiko bancario in atto in Italia – racconta Alessandro Frontini segretario provinciale di Fabi – e la risposta di Massiah è stata perentoria, nel senso che non c’erano operazioni in atto. Quindi stamani siamo rimasti sorpresi dall’annuncio fatto da Intesa».
Rimane aperta la questione sugli esuberi e le nuove assunzioni, sui quali i vertici di Ubi Banca non si sono sbilanciati essendoci in corso una trattativa con il sindacato. «È chiaro che la notizia degli esuberi non deve passare in secondo piano – conclude Frontini – Noi chiederemo che ci sia almeno una nuova entrata ogni due uscite che saranno sempre su base volontaria. Gli esuberi effettivi sono 1.730 perché 300 sono ereditati dall’accordo dello scorso dicembre. Non sappiamo ancora quante domande per l’uscita volontaria siano state fatte, ciò che è certo è l’intervento del fondo di solidarietà interno».
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