Dai film cult alla scrittura, così Aldo Lado celebra il Verbano
Intervista al celebre regista, tra i maestri del giallo all'italiana, che risiede sulle rive del Lago Maggiore e che da alcuni anni si dedica ai romanzi ambientati sul territorio
Un possente castello medievale a guardia di un borgo immerso nel verde delle Prealpi, la tranquillità e la calma suscitate dal lento ritmo del Lago Maggiore. Dopo aver vissuto tra Venezia, Roma, Parigi e Los Angeles, per l’importante regista e scrittore Aldo Lado, uno dei grandi maestri del giallo all’italiana, non poteva esserci “locus amoenus” migliore di Angera per trovare un po’ di pace e, soprattutto, l’ispirazione necessaria ai suoi nuovi lavori. Stabilitosi da ormai diversi anni nel pieno centro angerese, sotto lo pseudonimo G. B. Lewis, Lado continua la propria attività artistica tra sceneggiature di film, alcune delle quali apprezzate persino da grandi cineasti come Quentin Tarantino, libri e romanzi. Proprio ad Angera lo scrittore ha fondato Edizioni Angera Film, casa editrice con cui ha pubblicato anche “Il Mastino”, thriller ambientato tra la Milano dei giorni d’oggi e il Lago Maggiore. Il libro è stato vincitore del Premio Critica al Pegasus Literary Awards di Cattolica.
Come nasce l’idea per il Mastino, il suo ultimo Romanzo?
Da una cosa seria e da una diverte. La seria si ispira ad alcuni casi a cui abbiamo assistito in cui le banche hanno raggirato i risparmiatori più impreparati scaricando su di loro titoli spazzatura che hanno in casa. Lo hanno fatto con cinismo e conniventi con le aziende in questione. Volevo denunciare queste pratiche servendomi del thriller, genere più popolare dei saggi scritti anche da prestigiosi giornalisti. Accanto a questo c’è l’impoverimento del tessuto produttivo da parte di capitali più o meno di dubbia provenienza che acquistano delle aziende per spremerle e poi sbarazzarsene. L’incipit – divertente – me lo ha dato un viaggio in charter. Ero seduto sull’aereo in partenza per Dubai da dove fuori stagione partiva una crociera ed eravamo tutti anziani. Uno salito tra gli ultimi dopo aver per un momento completato tutti quei capelli bianchi aveva esclamato: “Se casca questo aereo le azioni dell’INPS salgono alle stelle!”
Il romanzo è ambientato sulle rive del Lago Maggiore dove ormai risiede da anni, ci sono dei luoghi particolari a cui si è ispirato nella stesura del libro?
Tutto il lago Maggiore su entrambe le sponde è ricco di posti che stimolano l’ambientazione, e viene naturale cercare di situare almeno parte della narrazione in quelli più consoni alle esigenze narrative. Inoltre conoscendoli, l’autore è facilitato nelle descrizioni. In questo romanzo c’è Angera, Stresa (con accenno alle Isole), Varese e Sesto Calende. Anche un paio di racconti pubblicati in Delitti di Lago li ho ambientati in zona. Angera e Locarno.
Cosa le piace di più di Angera?
Rientrando da Parigi, dove risiedevo da anni, mi sono stabilito qui perché la considero una delle più belle cittadine lacustri in particolare per gli ampi prati che degradano sul lago, la gentilezza delle persone e la tranquillità.
Oltre ad essere un romanziere, lei è anche un importante regista, quali legami e differenze ci sono tra la scrittura di un libro e una sceneggiatura?
Mi piace narrare storie e lo ho fatto a lungo con i film. Ora lo faccio con i libri. Una sceneggiatura è fatta di dialoghi e di brevi descrizioni dell’azione e dell’ambientazione in quanto è la storia che deve convincere i produttori. Solo facendo il film scegliendo attori ambienti e costumi si darà la dimensione visiva. In un libro devi invece dare la possibilità al lettore di “vedere” e quindi devi descrivere tutto il più minuziosamente possibile comprese le atmosfere e le sensazioni. Inoltre puoi servirti del “pensiero” dei protagonisti, cosa impossibile in un film dove dovresti servirti di voci fuori campo, per cui affidi molto a dettagli e all’interpretazione.
I suoi ultimi libri sono pubblicati da Edizioni Angera Film? Vuole parlarci di questo suo marchio?
Appena venuto ad abitare qui volevo fare un film e ho fondato la Angera Film per realizzare “Il Notturno di Chopin” che però ho girato a Trezzo D’Adda in quanto lì c’era la location che si adattava alla storia. Successivamente mi sono servito del marchio trasformandolo in Edizioni Angerafilm per editare i miei libri (e quelli di un paio di autori) al di fuori dei grandi sistemi editoriali che mettono lacci e laccioli.
A differenza degli altri libri, questo romanzo, il Mastino, è pubblicato con lo pseudonimo George B. Lewis? Ha un significato particolare oppure è una scelta stilistica?
George B, Lewis è lo pseudonimo con cui ho firmato il mio film “L’Umanoide” e mi sembrava adatto per un thriller che è un genere tipico della letteratura americana.
Che tipo di scrittore è George B. Lewis?
Gli piacciono le storie di azione immerse nel contesto in cui viviamo e che facciano pensare oltre che interessare il lettore. Un po’ come i miei primi film di genere (La Corta Notte che raccontava la storia di un giornalista che aveva toccato gangli dei Potenti e veniva eliminato. O “Chi l’ha vista morire” che denunciava i preti pedofili, o “L’ultimo Treno della Notte” violenta denuncia di una borghesia che si serve di emarginati per le sue violenze.
E, invece, Aldo Lado?
Aldo Lado scrive storie improbabili ma che divertono e fanno ridere come “Un Pollo da Spennare” o storie brevi narrate da un topolino in “Hotel delle Cose, o tira fuori dal cassetto soggetti di film da lui scritti e mai realizzati in “I Film che Non Vedrete Mai”.
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