La piccola Porto: “Spaventati ma non dimentichiamo gli altri”
Nel paese sul Verbano è stato segnalato il primo caso positivo al test del Coronavirus e la comunità sta rispondendo seguendo le normative, ma senza dimenticare chi è in difficoltà
Porto Valtravaglia è una comunità di poco più di duemila abitanti dove il Verbano fa da cornice ad una quotidianità lenta. Un piccolo borgo dal fascino antico dove il contagio da Coronavirus sembrava non potesse arrivare. Ieri invece, c’è stata la segnalazione di una persona risultata positiva al test e la comunità si allarmata: «Ci siamo attivati subito per organizzare lo sportello Coc, Centro Operativo Comunale, in modo da fornire un punto di riferimento ai cittadini in caso di necessità (sul sito verranno pubblicato a breve i numeri di telefono ndr). Se dovesse essere necessario attiveremo misure più importanti, seguendo i protocolli richiesti», spiega il vicesindaco Luisa Baretto e continua: «In questo momento è importante far sentire la nostra vicinanza ai cittadini e alle persone anziane. Stiamo valutando qualsiasi tipo di necessità, come quella di coloro che non si possono spostare dal paese, ad esempio». Il telefono squilla a tutte le ore: «Siamo una piccola comunità, ci conosciamo tutti. Mi ha colpito che tutti hanno preso seriamente la situazione e stanno seguendo le normative, senza allarmismi ma con attenzione».
Intanto la farmacia del paese diventa una sorta di ufficio informazioni: «Il nostro compito è anche quello di dare spiegazioni corrette, soprattuto in queste ore dove la preoccupazione si fa sentire di più – spiega il farmacista Alberto Ussia –. In molti ci chiedono mascherine e gel per le mani ma non c’è panico, piuttosto una presa di coscienza».
Le storiche attività commerciali del paese intanto si sono attivate: c’è il ristorante Il Pescatore che ha deciso di fare la consegna dei pasti a domicilio dopo le 18 e 3o, così come il Ristorante Montesole. L’elettricista che ha deciso di chiudere ma lasciando il suo numero di cellulare per emergenze. E poi c’è lo storico fruttivendolo che ha deciso di vendere su ordinazione e ridurre gli orari di apertura (foto sopra): «Abbiamo lasciato il numero di WhatsApp sul quale mandare gli ordini, così le persone possono venire in negozio e ritirare il loro sacchetto senza fermarsi – racconta Renata Donà -. Dobbiamo pensare alla salute di tutti. In molti hanno apprezzato e sono tanti quelli che ci chiamano». «Stiamo seguendo le disposizioni: in negozio due persone alla volta, guanti e pulizie frequenti», spiega Maria Grazia Longo dell’edicola sul lago.
Si pensa ad affrontare l’emergenza ma per un paese che sopravvive grazie al turismo il pensiero è anche alla prossima stagione: «Le prenotazioni sono tutte bloccate e ferme. Con l’arrivo di Pasqua sono sempre arrivati i turisti ma quest’anno non sarà così». Dall’altra parte c’è qualche forestiero che ha deciso di passare questi giorni nella seconda casa sul Maggiore: «Non sono molti, ma qualcuno si è visto già da un mese fa».
Importanti accorgimenti per andare avanti insomma, ma cercando di far sentire la propria vicinanza. «I cittadini ci chiedono un messaggio di speranza e di vicinanza – spiega Don Luca -. Personalmente ho attivato una serie di misure per far sentire le persone della comunità coinvolte, anche in questo periodo. Ai ragazzi della prima confessione, ad esempio, ho mandato un film da guardare insieme alle loro famiglie e sul quale riflettere. Questi sono giorni di emergenza e angoscia ma possono anche essere momenti di riflessione, dove dedicare il proprio tempo alla famiglia e alla fede. Inoltre, credo che quando sarà finita questa situazione ci renderemo conto di quanto ci è mancato abbracciarci, in chiesa o altrove, noi che siamo sempre attaccati al mondo virtuale».
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