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“Ce la faremo, e tutti impareremo qualcosa da quanto stiamo vivendo“

La comunità dell'Alto lago risponde all’emergenza in modo coeso. Le parole del sindaco e di chi è in prima linea

Avarie

Ottimista di natura, Fabio Passera è convinto che ce la faremo e che anzi «da questa storia tutti impareremo qualcosa che ci servirà in futuro. Come i nostri nonni alla fine della guerra si rimboccarono le maniche per costruire un Paese migliore, così faremo anche noi, per la nostra comunità».

C’è bisogno di consapevolezza per superare questo momento secondo il sindaco che è convinto che passerà e «l’impressione è che la gente abbia capito anche se stiamo vivendo in una bolla di sapone, condizione assurda e che è qualcosa di difficilmente comprensibile prima d’ora. La mia consapevolezza personale è che comunque alla fine siamo una comunità che è molto più unita di quello che sembra. Mi dà speranza l’ostinazione che leggo negli occhi della gente», dice dal municipio dove è al lavoro assieme alla macchina comunale ridotta per ovvi motivi al minimo, «ma che funziona», spiega Vincenzo Liardo, dirigente del settore finanziario e amministrativo del Comune: «Quello che per ora ci serve sono le mascherine e il buon senso dei cittadini: io ho quattro figli, uno in Australia. Il momento è difficile, ma ce la faremo».

Uno degli argomenti che più sta a cuore è quello dello stare a casa e non muoversi per evitare contagi. Il primo impatto col contenuto del Dpcm paradossalmente c’è stato lo scorso weekend in Forcora: «Domenica mattina ci siamo subito prodigati per chiudere l’impianto sciistico, rimasto aperto sabato – racconta ancora Fabio Passera – . Ma nonostante la chiusura una grande massa di persone arrivata da ogni parte della provincia era lì ed è rimasta per discese con bob e slitte: una cosa da non fare in questo momento».

Poi tante case di milanesi che in questo periodo hanno riaperto i battenti.

Anche secondo un farmacista della zona in questi giorni soprattutto lunedì e martedì c’era parecchia gente per le strade, «e molti clienti che arrivavano in farmacia a chiedere di tutto. Certo, noi siamo preparati cerchiamo di far entrare una persona alla volta e di disinfettare, ma certo non è la miglior delle condizioni. Il comportamento ideale rimane sempre quello di rimanere a casa».

Cosa chiedono i clienti della farmacia? «Vitamina C, mascherine e ricette generiche».  Viagra? «Non pervenuto», risponde sorridendo.

Per le valli e le interminabili frazioni di questo centro dell’Alto Varesotto la compagnia arriva anche col suono delle campane, come don Franco Bianchini ha raccontato nell’intervista dove si rispolvera il vecchio strumento per arrivare a tutti i fedeli nel più breve tempo possibile. Un gesto in grado di riunire un’intera comunità. Lo conferma anche Viviana Passera responsabile Caritas, una delle “antenne“ sul territorio: «Per ora il nostro sistema regge, siamo un pugno di volontari che si mettono a disposizione dei residenti, specialmente i più anziani. Per il momento abbiamo ricevuto un paio di telefonate, richieste d’aiuto per la spesa e i farmaci, che riusciamo ad esaudire senza alcun problema».

Il tour per Maccagno non può non esaurirsi con le parole, di nuovo, del sindaco: «Sto pensando tantissimo ai ragazzi, ai momenti che le scuole sono chiuse. I ragazzi mi dicono: “non vedo l’ora di tornare a scuola“. Ecco, la risposta di questo momento sta rinchiusa dentro qui. Quello che sta succedendo ci insegnerà a farci sbuffare di meno, ad avere la forza di capire che la vita è fatta di cose che possono perdersi in un secondo. Senza citare Calamandrei, anche andare a bere un caffè è una cosa molto importante. Mi aspetto un nuovo miracolo italiano».

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 11 Marzo 2020
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