Edilizia, Cisl: in Piemonte oltre 22 mila lavoratori in cassa integrazione
De Luca: “Di fronte ai rischi per la salute dei lavoratori non abbiamo mai avuto alcun dubbio: bisogna sospendere l’attività, nessuna opera vale la vita di una persona”
“In Piemonte restano operativi solo pochi cantieri, circa il 15% del totale. Si tratta di quei cantieri che svolgono lavori di emergenza per strutture strategiche, come la manutenzione di ospedali e delle condotte di gas e acqua. In questi giorni tutte le nostre strutture sono sommerse da domande di Cassa integrazione da parte delle aziende edili che hanno sospeso l’attività. Le pratiche gestite ad oggi sono oltre 2.000. Si calcola che le domande di cassa integrazione riguardano circa 22 mila edili della regione”. Lo dichiara Ottavio De Luca, responsabile della Filca Cisl Piemonte.
“I lavoratori iscritti nelle Casse edili regionali sono circa 25mila, ma di questi stimiamo che stiano lavorando non più di 3mila persone. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto tantissime chiamate da parte di delegati, operai e tecnici che ci hanno segnalato cantieri non a norma, spostamenti di operai stipati in pulmini, carenza di mascherine e di protezioni individuali. Di fronte ai rischi per la salute dei lavoratori non abbiamo mai avuto alcun dubbio: bisogna sospendere l’attività, nessuna opera vale la vita di una persona. Tutti i sindacalisti della Filca – spiega De Luca – sono impegnati a gestire le pratiche per la Cassa integrazione, che cerchiamo di evadere subito per via telematica per non far perdere tempo e salario ai lavoratori. In molti casi, per fortuna, le aziende stanno anticipando le somme previste dagli ammortizzatori sociali. Un grande aiuto è arrivato anche dal sistema bilaterale, con la decisione di far anticipare dalle Casse edili il premio Ape (anzianità professionale edile) e circa la metà delle ferie maturate, dando così un po’ di respiro ai lavoratori e alle loro famiglie. Tutte le grandi opere della regione sono ferme: Tav, Terzo Valico, Metropolitana di Torino, Tenda Bis. Ora è il momento di riorganizzare le fasi lavorative e prepararsi per la ripartenza. Mai avremmo immaginato di essere soddisfatti per la loro chiusura, visto che per anni, per decenni ne abbiamo chiesto l’avvio. Ma di fronte a una situazione drammatica come questa – conclude il sindacalista della Filca – la priorità di tutti è la sicurezza dei lavoratori, su questo non siamo disposti a concedere nulla”.
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