Globalpesca, il tricolore proiettato sul magazzino per ricordarci che ce la faremo
L'azienda ha anche contribuito ad alcune iniziative benefiche. Ruffoni: “La ripresa sarà lenta, ma ci stiamo preparando e siamo pronti a ripartire”
Il tricolore che illumina tutt’intorno. È questa l’iniziativa dell’azienda Globalpesca di Gravellona Toce. In un momento assai difficile per tutti, il titolare Tino Ruffoni, assieme al suo team, ha pensato di risollevare gli animi dando un segno visibile a tutti: la bandiera italiana proiettata su una parete del magazzino di Gravellona Toce e ben visibile anche dalla autostrada, come simbolo di incoraggiamento a non mollare.
L’abbiamo sentito telefonicamente Ruffoni, e abbiamo approfittato della sua disponibilità per chiedere come la propria azienda, leader nella distribuzione alimentare, stia vivendo questo particolare periodo.
Innanzitutto, state continuando a lavorare?
Si seppur a regime ridotto. Tenga conto che Globalpesca conta circa 120 dipendenti, e al momento sono operativi solamente una decina di loro. Posso dire che siamo al 15 – 20 % dell’operatività.
Come avete organizzato il lavoro e quali provvedimenti avete preso da quando è iniziata l’emergenza Covid?
Nel mese di marzo abbiamo garantito a tutti nostri dipendenti lo stipendio pieno, dal mese di aprile abbiamo attivato la cassaintegrazione. La nostra scelta è stata quella di continuare a tenere aperto per garantire il servizio almeno ad alcune specifiche strutture di cui ci occupiamo quali case di cura e mense. Ci sembrava corretto continuare, con orgoglio e dedizione come abbiamo sempre fatto, ad essere al fianco dei nostri clienti, garantendo il servizio a tutti coloro che ne hanno necessità.
Oltre all’iniziativa del tricolore, sappiamo che avete contribuito ad alcune iniziative benefiche…
Si, ci siamo attivati per la distribuzione gratuita di merce a chi aveva necessità, quindi la Croce Rossa, Croce Verde, i Vigili del Fuoco, e poi abbiamo donato della merce anche alla mensa del nuovo ospedale da campo di Bergamo che è gestita dalla famiglia Cerea del tristellato Da Vittorio di Brusaporto. Sono state fatte anche delle donazioni ad esempio all’Associazione La Chiave della Vita e alla Fondazione Comunitaria VCO.
Quali sono gli animi dei suoi colleghi?
Tenete conto che, considerando la tipologia della mia attività, mi confronto con quello che è il settore più colpito ovvero quello della ristorazione e di conseguenza del turismo. I miei colleghi, come me, si chiedono quando potremo ripartire.
Proviamo a dare uno sguardo al futuro, come pensa possa essere il post emergenza, la “famosa” fase 2?
“Purtroppo la stagione estiva è altamente compromessa. Tutto dipende da quando le misure di sicurezza saranno allentate. Sicuramente in un primo momento occorrerà riacquistare fiducia e penso sia una cosa graduale. La ripresa sarà lenta. E’ anche vero che l’arrivo della bella stagione favorisce gli spazi aperti a dispetto dei locali al chiuso e questo potrebbe essere un punto a favore. Inoltre il turismo sarà probabilmente caratterizzato, anziché da stranieri, da turisti italiani che stavolta sceglieranno la propria nazione. Noi ci stiamo preparando e siamo pronti a ripartire: il tricolore proiettato sul nostro magazzino, illuminerà la notte per un bel po’ di tempo, per ricordarci che ce la faremo”.
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