“Le ombre del coguaro”: intrighi e azione nell’esordio di Daniele Gennari
Dopo una vita trascorsa nel mondo del PC tra la Silicon Valley e l'Italia , Daniele Gennari presenta "Le ombre del coguaro", romanzo d'esordio dal sapore anche autobiografico. Passato e presente si mescolano in un thriller dal respiro internazionale da leggere tutto d'un fiato
«L’assassinio di un diplomatico americano nell’ambasciata degli Stati Uniti a Roma scatena il panico a Washington. Per indagare con discrezione viene cooptato Peter Montana, un comandante delle forze speciali, che alla guida di un gruppo di uomini duri e letali si è guadagnato l’appellativo di Coguaro in operazioni sottotraccia e predatorie». Con queste parole Daniele Gennari, consigliere comunale e responsabile della biblioteca di Ranco, presenta “Le ombre del coguaro”, il thriller d’esordio pubblicato dalla casa editrice “bookabook” tramite un progetto di crowdfunding
Dopo una vita trascorsa per lavoro tra l’Italia e la Silicon Valley, Gennari ha infatti deciso di dedicarsi a quella che è da sempre la sua grande passione: la scrittura. Una carriera a lungo sognata, quella dello scrittore, ma che non ha mai avuto, almeno fino adesso, la possibilità di sbocciare a causa dei tanti impegni professionali svolti proprio dove, a cavallo degli anni Ottanta, si faceva la storia del Personal Computer. Perché in California, insieme Steve Jobs e Bill Gates, per conto di Olivetti c’era anche Daniele, adesso responsabile della biblioteca di Ranco.
«Ho sempre coltivato il sogno di scrivere fin da quando ero bambino – racconta Daniele -. L’anno scorso sono andato in pensione e ho trovato il tempo necessario che non avevo mai avuto lavorando tra Stati Uniti, Londra e Città del Messico. Quando ho iniziato volevo soltanto mettere su carta un po’ delle mie esperienze giovanili nel periodo californiano. Sempre in volo sugli aerei mi ero appassionato ai thriller e agli scrittori americani».
Ed è proprio tra gli States e l’Italia che, in maniera anche autobiografica, il romanzo d’esordio “Le ombre del coguaro” è ambientato. Le pagine, spiega l’autore, da semplici aneddoti giovanili sono diventate in pochissimo tempo le basi per un romanzo thriller a metà tra un giallo e un romanzo d’azione.
«Mentre stavo scrivendo mi è piaciuto immaginare che negli stessi anni in cui vivevo in California un brillante ragazzo indagasse su un misterioso omicidio avvenuto in un’azienda di informatica. Da lì il protagonista (Peter Montana, ndr) inizierà la sua carriera nella polizia americana fino a entrare a far parte nei servizi speciali come agente segreto soprannominato “Coguaro” per la sua ferocia da predatore».
Le gesta del Coguaro nascondono dunque segreti e ombre di cui lui solo è il custode, il lettore per venirne a conoscenza dovrà così immergersi nel romanzo che, in parallelo, segue due linee narrative, ripercorrendo sia le reminiscenze del passato sia il cupo presente dell’agente speciale, alle prese con l’ultimo caso, ormai cinquantenne, turbato e disilluso, un po’ come fece Dürrenmatt per il “suo” commissario Bärlach ne “Il giudice e il suo Boia”.
«Ho scelto l’appellativo “Coguaro” – spiega Gennari – anche perché era un nome che nessun grande scrittore aveva ancora utilizzato. In questo momento tra l’altro il coguaro è un animale molto conosciuto in America dal momento che sta creando non pochi problemi scendendo dalle colline californiane. Potremmo dire – aggiunge scherzando – che si tratti di un “trend”. L’idea è stata dunque di non usare un appellativo già noto agli appassionati di questo genere – conclude -. anche perché vorrei che il mio romanzo avesse un respiro e una valenza internazionale».
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