Don Barone: “Gervaso e Protaso continuino a vegliare sulla nostra città”
Messa patronale di fronte all'ospedale San Biagio
In epoca di pandemia può succedere che la statua dei Santi Patroni arrivi a bordo di un Pick up della Protezione civile. E’ successo ieri sera a Domodossola. All’imbrunire il camioncino bianco ha fatto la sua comparsa in piazza Lager Nazisti. Quest’anno infatti, a ricordo dei morti del Covid e in segno di ringraziamento verso medici, infermieri, Oss impegnati nella cura dei malati la santa messa si è tenuta all’aperto. Nel piazzale antistante l’ospedale San Biagio. Una scelta che ha permesso a molti domesi di assistere alla patronale. Le sedie bianche, date in prestito dal Comune alla Parrocchia sono state sistemate rispettando la distanza sociale. Sebbene l’alto numero di seggiole, molti fedeli sono rimasti in piedi ai bordi della piazza. Tutto si è svolto sotto un impeccabile servizio d’ordine, garantito da alpini, Aib, poliziotti, finanzieri e carabinieri in congedo. La Protezione civile e i volontari dell’Oratorio domese. Gli stessi che ogni domenica garantiscono l’accesso in chiesa ai fedeli.
L’arciprete, don Vincenzo Barone, attorniato dai sacerdoti della città, dall’altare trasformato in palco ha esortato la città a guardare avanti, ad avere speranza. Ha ricordato i giorni bui del lock down.
“La tristezza –ha detto –della porta sbarrata della nostra Collegiata. Tutto questo però ci ha rafforzato. Ci ha fatto riscoprire società civile. Tornerà anche il tempo in cui è possibile riabbracciarci“. E’ stata una cerimonia religiosa diversa. Carica di emozione. Il ricordo delle vittime della pandemia, della paura che ancora serpeggia fra noi per il possibile riacutizzarsi del virus e per l’impegno straordinario del personale sanitario impegnato nella cura dei malati. Sul finire della messa, il parroco ha chiamato sull’altare il sindaco. Gli ha consegnato un dono : l’effige dei Santi Patroni. Un regalo dal forte contenuto simbolico.
“Questo affinché i nostri Santini, Gervaso e Protaso continuino a vegliare sulla nostra città “. Lucio Pizzi, con un filo di voce e tradito dall’emozione del momento ha ringraziato. A nome della città ha ricordato il bene che Domodossola vuole al suo Arciprete, sempre impegnato al fianco di chi ha bisogno. Al termine della funzione religiosa l’attesa benedizione della città.
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