Nel Varesotto soffrono ancora industria e artigianato, ma si intravede la ripresa
La produzione nel secondo trimestre ha ancora il segno meno, ma le analisi dell'Ufficio studi della Camera di Commercio e i dati di Unioncamere Lombardia e Istat fanno intravedere la ripresa. L'autunno sarà decisivo
In provincia di Varese nel secondo trimestre post lockdown soffrono ancora molto le produzioni di industria (-23,2% ) e artigianato (-24,1%) rispetto allo stesso periodo del 2019. Una caduta della produzione ampiamente prevista. Le analisi, però, evidenziano margini per una ripresa in tempi abbastanza rapidi. L’autunno sarà dunque decisivo e le analisi dicono che ci sono margini per una ripresa. (nella foto un’immagine dello stabilimento di Lu-Ve spa di Uboldo)
I dati resi noti dall’Ufficio studi e statistica della Camera di Commercio di Varese, nel periodo tra aprile e giugno di quest’anno, quando gli effetti dell’allerta sanitaria erano evidenti, mostrano che l’indice di produzione varesino è sceso sotto una soglia preoccupante. Un dato che tiene conto anche dell’analisi congiunturale condotta da Unioncamere Lombardia su un campione di 290 imprese del nostro territorio.
Nonostante questa situazione, si intravedono alcuni segnali in termini sia di domanda interna ed estera, sia di offerta che sembrano far percepire opportunità di accelerazione dell’economia, se non di ripresa. Il tutto in attesa di un autunno determinante per l’andamento del sistema economico italiano e internazionale.
Così, l’indice Istat del clima di fiducia delle imprese a luglio è salito per il secondo mese consecutivo, passando da 66,2 a 76,7. A livello locale, poi, il 60% degli imprenditori industriali prevede un trimestre estivo di produzione stabile o addirittura in aumento. Una fiducia che, però, scende considerando la situazione manifestata dalle aziende artigiane: qui, solo il 40% esprime una moderata positività.
La maggioranza delle imprese, inoltre, avendo visto il proprio fatturato scendere a causa della pandemia, prefigura che l’attività torni ai livelli di prima della crisi sanitaria in poco meno di un anno. Entrando ora nel dettaglio della situazione congiunturale, si conferma la resilienza dell’industria varesina sui mercati internazionali: pur in un contesto così difficile come quello relativo al secondo trimestre dell’anno, il 44% del fatturato complessivo delle nostre aziende è stato generato all’estero.
In particolare, hanno registrato una buona performance il settore chimico (69%) e quello dei mezzi di trasporto (69%), seguiti da meccanica e gomma-plastica (entrambi intorno al 45%). In questo periodo storico, poi, un ruolo decisivo è stato assunto dall’accesso al credito: circa la metà delle imprese lombarde (47%) ha avanzato richiesta di liquidità nel quadro delle misure di supporto introdotte dai decreti governativi, riuscendo ad accedervi in forma totale o parziale nel 70% dei casi.
Quanto al mercato del lavoro, sta rallentando la richiesta delle ore di cassa integrazione in deroga: se da fine febbraio al 19 maggio erano 6 milioni e 200mila quelle autorizzate, da quest’ultima data sino al termine di giugno sono cresciute sì, ma in misura relativamente minore, pari a 900mila ore. Intanto, hanno ripreso a salire anche i contratti a tempo determinato, nell’ultimo mese cresciuti del 49% rispetto a maggio.
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