Si vota come 60 anni fa. Ecco perchè non è facile spostare i seggi elettorali dalle scuole
Dalla Prefettura di Varese arriva una risposta definitiva sul perchè non sarà possibile, in moltissimi casi, spostare le sedi elettorali dalle scuole elementari e medie. Sono in corso le valutazioni per alcuni comuni del Varesotto
La domanda rimbalza tra le bacheche social di migliaia di cittadini e molti amministratori comunali ci hanno pensato e ci stanno provando ma spostare i seggi elettorali dalle scuole ad altri edifici è un percorso irto e pieno di ostacoli. Ostacoli che non sono il vezzo di qualche burocrate ma sono regole stabilite negli anni ’60 e valide ancora oggi perchè si vota esattamente con le stesse modalità di 60 anni fa.
L’idea non è di per sè sbagliata ma è solo complicata da realizzare: la volontà di base è quella di non far perdere altri giorni di scuola ai bambini delle elementari e delle medie per dare la possibilità ai cittadini di votare al referendum costituzionale del 20 e 21 settembre. In alcuni comuni del Varesotto, poi, si vota anche per il rinnovo dei consigli comunali e dei sindaci.
Dalla Prefettura arrivano indicazioni che chiariscono perchè non è così facile spostare una sede elettorale: ci sono una lunga serie di regole tecniche che garantiscono la regolarità del voto in tutti i suoi aspetti, una sorta di baluardo contro brogli, proteste, problemi organizzativi. Le scuole, da sempre e per la loro conformazione, sono il luogo ideale dove svolgere l’esercizio democratico del voto nel migliore dei modi possibili.
A valutare anche le domande che in questi giorni sono state presentate da alcuni comuni del Varesotto c’è una commissione circondariale che valuta la possibilità di spostamento del seggio e in qualche caso, pochi in realtà, questo spostamento si potrà fare ma dovrà essere definitivo. Quindi non si potrà tornare indietro. Servono una serie di adempimenti e requisiti da rispettare per spostare un seggio da un edificio scolastico in un altro luogo. Altro luogo che dovrà comunque essere un edificio di proprietà comunale, non dovrà essere lontano dall’attuale seggio, deve avere tutta una serie di caratteristiche di entrate e uscite, numero di stanze adeguato, accesso per i disabili, criteri di sicurezza adeguati, illuminazione corretta, spazi sufficienti a permettere tutte le operazioni di scrutinio e così via.
Dalla Prefettura, poi, fanno sapere che i comuni, due volte all’anno (a giugno e a dicembre) hanno la possibilità di cambiare le proprie sedi elettorali chiedendo alle apposite commissioni circondariali. In questo caso è stata data la possibilità ai comuni di fare richiesta comunque in ragione dell’emergenza sanitaria in atto ma generalmente l’unico altro modo per chiedere e ottenere il cambio di sede, al di fuori delle due finestre annuali, è una causa di vera emergenza come avvenuto in casi di calamità naturale (terremoti, alluvioni, crolli) che rendono inutilizzabili le sedi attuali oppure cause oggettive come lavori di ristrutturazione o dismissione di un plesso scolastico.
Attualmente sono in corso valutazioni da parte delle commissioni circondariali per un nutrito numero di comuni che hanno fatto richiesta. Ce n’è qualcuna in corso di valutazione ma sono pochi quelli che otterranno la possibilità di spostare la sede dalle proprie scuole. Una decisione che arriverà nel giro di pochi giorni.
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