Inserimenti veloci in asilo e il bisogno di sicurezza di bambini e genitori
Le nuove routine impongono nuove strategie di comunicazione e nuovi rituali nel rapporto tra genitori e figli, ma anche tra asilo e famiglie
L’inserimento dei bambini al nido o alla scuola dell’infanzia è sempre un momento delicato e importantissimo per i bambini. E lo è soprattutto quest’anno, al termine di un lungo isolamento e con nuove regole di prevenzione sanitaria che rendono di fatto più netto e veloce il momento della separazione tra genitori figli. Sono cambiati quindi i rituali dell’accoglienza, sono saltati alcuni canali comunicativi sia con i bambini che tra adulti.
Tutti tasselli da recuperare ed eventualmente sostituire per un anno scolastico che sia il più sereno possibile, anche per i piccolissimi.
PRIMI INSERIMENTI
L’inserimento del bambino in asilo è il primo vero distacco dalla famiglia, un momento importantissimo perché di fatto costituisce l’imprinting del bambino alla socialità, il suo grado di sicurezza nell’esplorazione del mondo”, ricorda la psicoterapeuta Marta Zighetti, esperta nel campo dell’attaccamento e fondatrice dell’associazione Essere esseri umani.
Quest’anno gli inserimenti sono stati mediamente più veloci. Quasi nessuno ha previsto le due settimane di inserimento graduale. “Alla svedese” piuttosto, con i genitori in asilo per un paio di giorni con i loro figli, a piccolissimi gruppi, e poi via con la routine quotidiana di salutare i bambini al cancello.
“I bambini sono stati bravissimi – racconta l’educatrice Chiara Ghinassi. – La percezione semmai è che non sia stato abbastanza per la fatica emotiva dei genitori nel lasciare il bambino in uno stato dall’allerta così alta. Purtroppo, nonostante i lunghi mesi di chiusura, scuole ed asili sono ripartiti in un clima di grande incertezza e preoccupazione, per via di comunicazioni tardive, in alcuni punti approssimative ed eccessivamente burocratiche per tutti, per i genitori e per gli insegnanti. L’attesa è finita, abbiamo acquisito nuove routine che sono la nuova normalità cui affidarci per tornare con serenità a concentrarci su aspetti pedagogici e didattici”
COMUNICAZIONE SCUOLA -FAMIGLIA
“Lo spazio di comunicazione tra scuola e famiglia, tra educatori e genitori, si è fisicamente ridotto – spiega Bianca Bisioli, psicologa e psicoterapeuta con riferimento all’impossibilità dei genitori di accompagnare i bambini dentro scuola e quindi di avere modo e tempo di scambiare due parole con gli educatori – Per mantenere la fiducia genitori e insegnanti devono quindi trovare nuovi canali di comunicazione che permettano di mantenere e coltivare la fiducia”.
Per farlo c’è chi scrive quotidianamente su un quadernino personale per ogni bambino (soprattutto nei nidi) una sorta di diario con le consegne principali della giornata. Oppure ci sono educatori che coraggiosamente si sono inseriti nelle chat di wapp delle mamme, con tutti i doverosi filtri, o chi ha chiesto maggiore collaborazione sulla comunicazione ai genitori rappresentanti di classe. “L’importante è mantenere aperto uno spazio di ascolto con le famiglie – spiega – Non deve passare il messaggio di una continua allerta a scuola. La scuola deve trasmettere sicurezza alle famiglie, ai genitori e quindi ai bambini che sono estremamente recettivi”.
COMUNICAZIONE BAMBINO-EDUCATORE
Due novità limitano la comunicazione con i bambini. La mascherina, che gli educatori devono tenere sul volto, e la necessità di limitare il contatto fisico. “Più i bambini sono piccoli e meno la comunicazione verbale è efficace”, ricorda Bisioli. Per i bambini il linguaggio del corpo è fondamentale così come sono più comunicative di una parola le espressioni del volto: “Come succede per gli infermieri o i medici che limitano sì il contatto con i loro pazienti allo stretto necessario che gli permette comunque di svolgere a pieno la propria professione, allo stesso modo la maestra deve essere maestra, limitando dove è possibile il contatto, ma se un bambino ha bisogno di essere accolto, coccolato o contenuto, la maestra deve rispondere a questa esigenza del bambino, sempre adottando tutte le precauzioni necessarie, ma senza venire meno al suo compito con il bambino”, spiega l’educatrice.
Per limitare il più possibile che la necessità di comunicare attraverso il corpo significhi contatto bisogna poi cercare di usare di più e con maggiore consapevolezza variazioni di tono della voce e gestualità. In questo la grande creatività delle maestre può aiutare a trovare nuovi modi per costruire relazione.
RITUALI
Se molti vecchi rituali sono saltati nell’ingresso a scuola, ne servono comunque di nuovi, sia per chi ha ripreso l’asilo che per chi comincia quest’anno. Se salutare il genitore al cancello per i più piccoli può sembrare troppo netto e veloce, bisognerà lavorare sul tempo che precede questo momento. Un gioco da fare durante il percorso, in macchina o a piedi purché sia sempre lo stesso, una filastrocca, una canzoncina, un saluto speciale davanti al cancello o anche prevedere che il bambino possa portare con un piccolo oggetto magari un fazzoletto del genitore, che sia sempre lo stesso. Creare dei rituali dà sicurezza perché crea aspettative che vengono soddisfatte”, spiegano le esperte.
Le dottoresse Biasoli e Ghinassi , assieme alla collega Silvia Crespi e con la collaborazione dell’associazione Essere esseri umani hanno pubblicato un libricino “Il mondo visto dai bambini ai tempi del Coronavirus” (gratuitamente scaricabile sul sito a questo link) con tante proposte di gioco per genitori e figli che hanno lo scopo di stimolare la comunicazione in famiglia e incentivare quindi il senso di sicurezza dei bambini.
Bambini che hanno bisogno di raccontare le loro esperienze e a questo è dedicato un incontro in programma per il 7 ottobre.
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