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“Fratelli tutti”, l’enciclica di Francesco contro i mali del nostro tempo

La disamina del messaggio di fratellanza espresso dal pontefice nella lettera di un affezionato lettore

Papa Francesco in una piazza San Pietro deserta

Egregio Direttore,

pur riaffermando la mia formazione culturale convintamente laica, alla luce del vuoto egoismo e dell’arida indifferenza che spesso oscurano la nostra società, desidero evidenziare che il 3 ottobre Papa Francesco ha firmato ad Assisi la sua nuova enciclica “Fratelli tutti” sulla fratellanza universale e sull’amicizia sociale, che fa seguito alla splendida enciclica Laudato si’ del 2015 sulla difesa del creato e del nostro Pianeta.

Traendo ispirazione dagli insegnamenti evangelici di Francesco d’Assisi, Papa Francesco ha dato piena testimonianza di semplicità e di fratellanza evangelica fin dall’inizio del suo magistero pastorale inteso come servizio per i poveri e i bisognosi del mondo. Evidenziando con coraggio i problemi del mondo contemporaneo, soprattutto la povertà di tanti in molte parti del mondo a causa delle ingiustizie sociali, della brama di profitto da parte dei più ricchi e della corruzione, delle disuguaglianze economiche e sociali, del degrado sociale e morale, della discriminazione razziale e dell’estremismo sia politico che religioso, Papa Francesco denuncia la cultura sempre più diffusa nella società moderna dell’egoismo globale verso gli “altri”.

La fratellanza deriva dal Vangelo, diviene lotta per la giustizia sociale e per la cura del nostro Pianeta continuamente depredato, devastato e inquinato dallo sfruttamento indiscriminato da parte di grandi interessi privati. Papa Francesco auspica un mondo che, dopo la grave emergenza sanitaria del coronavirus, con la fratellanza e la solidarietà umana sia capace di aiutare tutti gli esseri umani in difficoltà a causa della povertà derivante dallo sfruttamento da parte di chi pensa solo al profitto economico immediato.

A causa della povertà aggravata dall’emergenza sanitaria molti incominciano a pensare seriamente che si debba cambiare l’economia globalizzata intesa solo a produrre profitto a qualsiasi costo umano. A tale riguardo Papa Francesco ha coraggiosamente affermato che non è più tempo degli adoratori della finanza ma di un’economia reale fondata sulla persona, con un recupero del senso della politica posta al servizio esclusivo della collettività e del bene comune. Lo stesso Papa Francesco ha affermato che è veramente brutto che alcuni personaggi che ricoprono cariche importanti all’interno della Chiesa abbiano utilizzato il loro potere per interessi personali e non per il bene e per opere di carità. Anche alla luce dei recenti scandali finanziari emersi in Vaticano grazie alle nuove regole di trasparenza volute da Papa Francesco appare con tutta evidenza come il Papa abbia finalmente cambiato l’atteggiamento passato di tolleranza della Chiesa riguardo speculazioni bancarie e finanziarie avvenute anche attraverso istituzioni vaticane a vantaggio non della Chiesa e dei bisognosi ma di singole persone d’affari o di gruppi di potere politico ed economico.

La nuova enciclica si rivolge «a tutti i fratelli e le sorelle» al di là delle loro convinzioni religiose» per superare «le ombre di un mondo chiuso» per la crescita di società eque e giuste affinché l’economia e la politica siano poste «al servizio del vero bene comune e non siano ostacolo al cammino verso un mondo diverso». In questo documento, citando l’espressione terenziana già ripresa da Paolo VI, Papa Francesco ci ricorda quanto «tutto ciò che è umano ci riguardi», prendendo ispirazione dalla cura del creato che ci ospita e dal Documento sulla fratellanza umana firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, secondo cui Dio «ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro».

Il Papa ci evidenzia le piaghe delle nuove forme di colonizzazione culturale, lo scarto in cui «certe parti dell’umanità sembrano sacrificabili a vantaggio di una selezione che favorisce un settore umano degno di vivere senza limiti (…) Mentre una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati. (…) La storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. Nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali. (…) Spesso le voci che si levano a difesa dell’ambiente sono messe a tacere o ridicolizzate, ammantando di razionalità quelli che sono solo interessi particolari».

Papa Francesco afferma con coraggio che «la politica non deve sottomettersi all’economia», che «Il mercato da solo non risolve tutto, benché a volte vogliano farci credere questo dogma di fede neoliberale» e che davanti a tante forme meschine di politica, volte all’interesse privato immediato, «la grandezza politica si mostra quando, in momenti difficili, si opera sulla base di grandi principi e pensando al bene comune a lungo termine». Papa Francesco auspica una Chiesa e una società semplici con “Un cuore aperto al mondo intero” e in tal senso ricordo che il grande imperatore e filosofo romano del II° secolo, Marco Aurelio, scrisse che “Come imperatore sono cittadino di Roma, come uomo sono cittadino del mondo”!

Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti.

Alberto Morandi

Pubblicato il 05 Ottobre 2020
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