Marchionini, se Ornavasso non si fa il Castelli sia ospedale unico provinciale
Marchionini, se Ornavasso non si fa il Castelli sia ospedale unico provinciale
Se, per motivi logistici, l’ospedale di Ornavasso non si potesse fare “il Castelli sia l’ospedale unico provinciale con il Dea e la casa della salute aperte 24 ore su 24”. Con questa dichiarazione Silvia Marchionini tenta di uscire dall’angolo in cui cercano di costringerla lo sfidante, Giandomenico Albertella, e il centrodestra. Al corrente della promessa fatta non più di due ore prima dal neopresidente della Regione Alberto Cirio all’avversario “di ascoltare il territorio e in primo luogo il sindaco di Verbania”, che il vincitore delle regionali dà per scontato sia il suo avversario il primo cittadino in carica rilancia sul Castelli e “punge” il competitore sul suo recente passato. “Nel 2015 – ricorda – tutti, da Cannobio (sindaco Albertella, ndr) a Belgirate insorgemmo contro la chiusura già decisa del Dea al Castelli ottenendone lo slittamento all’entrata in servizio dell’ospedale di Ornavasso”.
Per l’ex vicepresidente della Regione Aldo Reschigna “la sanità è un pretesto per attaccare Marchionini e celare le divisioni interne al centrodestra, Albertella ha cambiato opinione perché pressato dalla Lega, suo azionista di riferimento, che altrimenti non l’avrebbe candidato. Se qualsiasi giunta regionale, di qualsiasi colore politico, deliberasse per la rinuncia all’ospedale nuovo, il ministero riproporrebbe la richiesta di chiudere uno dei due Dea”.
“Affidare un Dea a privati non si può fare”, spiega il dottor Giovanni Batista Finocchiaro, medico Asl a riposo, l’esperto scelto dal Pd per confutare le tesi del centrodestra: “Castelli e San Biagio offrono ancora una buona sanità ospedaliera ma sono tecnologicamente in fase di esaurimento. Quello dei due che dovesse subire il taglio del Dea si avvierebbe alla chiusura. Un ospedale modernamente attrezzato è la sola soluzione per ridurre la mobilità passiva che già oggi assorbe 37 dei 71 milioni spesi dall’Asl per i ricoveri, il 45% del totale”.
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