Covid, Regione Piemonte supporta l’assistenza psicologica ai minori
Il virus ha avuto importanti ripercussioni anche a livello psicologico, soprattutto tra ragazzi e adolescenti. Gli interventi, dal valore di 520mila euro, realizzati dai cinque servizi di psicologia con competenza sovra-zonale
Tra le tante problematiche legate all’emergenza covid-19, una ripercussione del virus importante ha toccato anche l’aspetto psicologico, soprattutto per bambini e adolescenti che, tutto a un tratto, hanno subito come una sorta di battuta d’arresto nel loro percorso sociale e di crescita.
(foto di repertorio da Regione Piemonte)
Per questo motivo, la giunta di Regione Piemonte ha deciso di intervenire per favorire l’assistenza psicologica ai minori che hanno subito effetti negativi dal lockdown dovuto al Covid.
«Ritengo importante – afferma Chiara Caucino, assessore alle Politiche sociali – offrire ai bambini e ai ragazzi che ne hanno bisogno un sostegno che consenta la ripresa della vita quotidiana, il recupero di relazioni positive e il superamento di situazioni di difficoltà. Aiutarli a riprendere un percorso armonioso ed equilibrato di crescita significa guardare al futuro loro e della nostra società, rispondendo a un dovere imprescindibile delle Istituzioni».
Gli interventi, dal valore di 520mila euro, verranno finanziati dalla regione e realizzati dai cinque servizi di psicologia con competenza sovra-zonale, che si interfacceranno direttamente con gli Enti gestori delle funzioni socioassistenziali e si coordineranno con i servizi delle singole aziende sanitarie.
A fine 2019 erano 645.000 i piemontesi nella fascia 0-17 anni, 2.400 dei quali si trovavano fuori dalla propria famiglia di origine e 800, per la maggior parte fra i 15 ed i 17 anni, erano accolti presso le circa 200 strutture residenziali presenti sul territorio.
«Le misure restrittive imposte dall’emergenza sanitaria –-sottolinea Caucino – sono state estremamente pesanti ed impattanti proprio per quei ragazzi spesso già provenienti da situazioni complesse che hanno visto venir meno la possibilità di effettuare incontri, rientri a casa e uscite dalle strutture».
Come fatto sapere da Regione Piemonte, i percorsi saranno monitorati costantemente rispetto alle diverse fasi operative degli interventi: a due mesi si verificherà infatti la mappatura del fabbisogno e l’identificazione delle priorità e delle modalità di realizzazione, a sei mesi si chiederà di relazionare sugli interventi attuati, le caratteristiche e il numero di minori seguiti, e infine a distanza di un anno si aggiorneranno i risultati conseguiti.
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