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“Grave fermare i treni tra Italia e Svizzera”: l’appello dei sindaci di Varese, Como e Lugano

Questa mattina i tre primi cittadini si sono confrontati in videochiamata per condividere le preoccupazioni e intensificare le relazioni tra i territori

treno svizzero ffs

«Bloccare la circolazione dei treni tra Italia e Svizzera è una scelta sbagliata, che porterà gravi ripercussioni su economia, mobilità e sicurezza».

E’ il pensiero condiviso dei tre sindaci a capo delle città che costituiscono i poli del “triangolo insubrico”, l‘area più interessata dalla ventilata sospensione della circolazione ferroviaria tra Italia e Svizzera, che dovrebbe entrare in vigore domani, giovedì 10 dicembre.

Questa mattina il sindaco di Varese Davide Galimberti, quello di Como Mario Landriscina e il primo cittadino di Lugano Marco Borradori, si sono confrontati in una lunga videochiamata per condividere le preoccupazioni delle scelte annunciate nelle scorse ore dalle società di trasporto, e per intensificare le relazioni in ragione della grave crisi comune che sta coinvolgendo i tre territori.

Da Varese, Como e Lugano, città strettamente legate dalla ferrovia italo-svizzera, è partito dunque un appello urgente alle istituzioni italiane ed elvetiche: «Non blocchiamo la circolazione dei treni tra i due Stati».

«La soppressione dei treni tra la Svizzera e l’Italia è una scelta sbagliata e va scongiurata in tempi brevi – dicono i tre sindaci – Vogliamo lanciare un appello perché venga trovata al più presto una soluzione condivisa. Il blocco della circolazione dei treni infatti avrebbe gravi ripercussioni sull’economia dei nostri territori, oltre che sul traffico, con circa 5000 frontalieri che solitamente si spostano su rotaia e che saranno costretti a viaggiare con il mezzo privato. Possiamo facilmente immaginare l’impatto che avrebbe sulla mobilità e sulla qualità di vita nella zona di confine tra Ticino e Lombardia».

«Avere invece un sistema di trasporto su rotaia a pieno regime – concludono Galimebrti, Landriscina e Borradori – vuol dire invece agevolare le migliaia di persone che ogni giorno si spostano tra i due Stati per motivi di lavoro, oltre a garantire maggiore sicurezza per fronteggiare l’emergenza sanitaria».

Pubblicato il 09 Dicembre 2020
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