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Spariscono al cimitero le statue sulle tombe degli eroi dell’aereonautica

Tombe trafugate a Sesto e Baveno. In entrambi i casi i monumenti ricordavano personaggi di spicco della storia aeronautica

cimitero sesto calende

Giallo a Sesto Calende: dalla tomba dell’aviatore Alessandro Passaleva è scomparsa la statua in bronzo del figlio Ernestino, bimbo morto in fasce a pochi giorni dalla nascita, il 25 luglio 1923. Dopo quanto successo lo scorso agosto, quando al cimitero di Golasecca e del capoluogo sestese venne trafugato del rame, arriva un’altra brutta notizia riguardo il camposanto in Viale Rimembranze dove lo scorso 11 dicembre sono iniziati i lavori di ampliamento.

Per il mondo del volo il comandante Passaleva rappresenta un’ eccellenza, a lui è intitolato l’Air Vergiate; la sua è una tomba storica a Sesto Calende, una città che ha dato tantissimo all’aeronautica, come ricordato anche nel consiglio comunale di novembre con la decisione unanime di intitolare una via a Pietro Venanzi.

Ad accorgersi del misfatto è stato Mario Varalli. Nella giornata di lunedì 14 dicembre l’ex assessore ha segnalato l’informazione di reato alla Polizia Locale e ai Carabinieri notando che, oltre al bronzo di Ernestino Passaleva, nella parte vecchia del cimitero all’appello mancavano anche altri tre busti, fra cui Maria Ingegnoli realizzato dallo scultore Ernesto Bazzaro.

Si tratta del secondo colpo di questo genere ai danni di figure di riferimento dell’aeronautica. Nei giorni scorsi a Baveno era stata profanata anche la tomba del generale Stefanio Fedeli. Due episodi distinti, forse solo una coincidenza. Quello che incuriosisce è che due “vittime” degli atti vandalici hanno in comune un trascorso di eroi dei cieli.

Come spiegato da Varalli, “l’Ernestino” era un’opera in bronzo dell’importante scultore Carlo Fait, attivo tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento e celebre per il suo stile classicheggiante.

foto di Elena Zeni 

«C’è un problema di sorveglianza al cimitero di Sesto – commenta Varalli -. Ultimamente è stata inoltre asportata l’Ave Maria di Giulio Branca a fianco della cappella Sacchi e dopo questi ultimi episodi di questo museo a cielo aperto purtroppo rimane ben poco».

Link al sito necrologie VareseNews

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com
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Pubblicato il 18 Dicembre 2020
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