Fipe (Confcommercio): “In provincia di Varese 700 imprese a rischio chiusura”
A lanciare l'allarme è Giordano Ferrarese, presidente provinciale di Fipe. Asporto e delivery le ultime spiagge: "Chiediamo a tutti di sostenerci aderendo al progetto #saporincasa"
«Per mascherare il suo fallimento nel contenimento del Covid-19, il Governo ancora una volta scarica l’onere della riduzione del contagio sui pubblici esercizi, sottoposti da ottobre ad uno stillicidio di provvedimenti». Ma Fipe provincia di Varese si ribella a quella che il presidente nazionale, Lino Stoppani, definisce «una morte annunciata» e in tutto il Varesotto lancia la campagna #saporincasa. Il presidente provinciale e consigliere nazione della Federazione italiana pubblici esercizi, Giordano Ferrarese, non ha dubbi: «Mai come in questo momento è necessario sostenere il negozio di vicinato, ma anche la propria città». Ed ecco perciò anche una seconda iniziativa con la promozione rivolta ai clienti “Ho un regalo per te”, ovvero un buono carburante in omaggio per acquisti (asporto o delivery) superiori ai 15 euro.
CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA
«Che si tratti di zone rosse o arancioni per noi significa una cosa soltanto: bar e ristoranti resteranno chiusi dal 23 dicembre al 6 gennaio, un periodo che da solo vale il 20% del fatturato di un anno intero». Rimarca Ferrarese, riprendendo le parole del comunicato firmato da Fipe. «In sostanza il Governo, con questa decisione, si assume la responsabilità di decretare la morte di un settore fondamentale per i valori economici e sociali che esprime. Un settore che vorrebbe continuare a lavorare non per mettere a rischio il Paese, ma per mettere in sicurezza un patrimonio imprenditoriale e sociale che contribuisce al futuro di tutti».
NEL VARESOTTO A RISCHIO CHIUSURA 700 IMPRESE
I ristori governativi e quelli regionali in divenire non sono di certo sufficienti a impedire altre dolorose chiusure anche in provincia di Varese. «In tutta Italia sono a rischio scomparsa 50mila imprese con la perdita del lavoro per 350mila addetti. Nel Varesotto sono 3.500 i bar e i ristoranti ancora in attività, mille in meno di quelli attivi prima della pandemia. E con gli ultimi provvedimenti anche sul nostro territorio il numero delle attività potrebbe ridursi di un ulteriore 20%. Per la seconda volta nel giro di pochi mesi, una impresa su cinque potrebbe non rialzare più la saracinesca». A poco, infatti, secondo il presidente provinciale di Fipe, sono serviti i contributi a fondo perso fin qui arrivati e quelli che arriveranno: «I risarcimenti se ne sono andati in un attimo per pagare le imposte che lo Stato non ha cancellato. In pratica si sono immediatamente ripresi i soldi che ci hanno dato».
ASPORTO E DELIVERY PER NON ARRENDERSI
L’alternativa momentanea è la consegna a domicilio e l’asporto. «Invito ristoranti, pizzerie, trattorie, osterie, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, enoteche a diffondere l’hashtag #saporincasa e ad aderire all’iniziativa esponendo l’apposita locandina, in modo che il cliente possa immediatamente riconoscere i locali che propongono i due servizi».
E sempre ai clienti è dedicata la sezione del sito di Uniascom provincia di Varese “comprosottocasa” con l’elenco di tutti gli esercizi aderenti (https://uniascom.va.it/wp-content/uploads/2020/12/x-sito-elenco- sistemato-3.xlsx). Nella stessa sezione è anche possibile consultare l’elenco dei ristoranti che rilasciano il buono carburanti ai propri clienti (https://uniascom.va.it/wp-content/uploads/2020/12/elenco-Sommese- Petroli-Spa.pdf).
«La nostra iniziativa», conclude Ferrarese, «vuole essere un piccolo- grande segnale dal doppio significato: da una parte ci rivolgiamo ai residenti delle nostre città e dei nostri paesi, chiedendo loro di sostenere il commercio di vicinato, dall’altra vogliamo fare capire a chi ci sta mettendo in ginocchio che noi non ci arrendiamo. E che, nonostante tutto, continuiamo a lottare, guardando al futuro che non può e non deve essere senza i pubblici esercizi, vero punto di riferimento ed elemento trainante della nostra economia e della vita sociale».
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