“Da Varese posso andare a Lugano dalla mia compagna”?
Cerchiamo di rispondere al quesito che ci ha posto un nostro lettore, che nel nostro territorio di confine interessa molte persone
Proviamo a rispondere alla domanda che pone un nostro lettore e che interessa sicuramente diverse persone.
La domanda riguarda gli spostamenti “per amore” tra Varesotto e Canton Ticino:
Avrei un quesito da porvi, in quanto credo che molti si trovino nella mia situazione.
Abito a Varese, ma da diversi anni ho la compagna a Lugano, con la quale trascorro parte della settimana.
Da quando in Italia è scattato il secondo lockdown non sono più riuscito ad andare in Svizzera.
Ho letto che il governo acconsente agli spostamenti fuori regioni per consentirne il ricongiungimento con il partner presso una abitazione comune. Il temine abitazione è molto diverso dalla residenza. In poche parole, se fosse in Italia, non avrei problemi. Secondo voi, dal momento che la Svizzera non ha restrizioni, potrebbe essere possibile un ricongiungimento Italia/Svizzera?”.
Nonostante la consultazione di molti documenti e siti e una telefonata di chiarimento con le autorità competenti, rispondere a questa domanda non è semplice né immediato. Le stesse autorità doganali italiane ammettono che la mancanza di chiari ed univoci riferimenti nella normativa lascia loro un margine di discrezionalità per valutare i singoli casi. Dunque a persone diverse con la stessa esigenza espressa dal lettore, potrebbe capitare di ricevere alla frontiera “trattamenti” differenti: essere invitato a tornare indietro, vedersi fare un verbale con sanzione oppure passare senza problemi dopo aver chiarito la propria destinazione.
Vediamo di ricomporre il “puzzle” che può portare a dare una risposta al lettore e a quanti si trovano in una situazione analoga.
La normativa Svizzera
L’entrata in Svizzera dall’Italia, da parte della Confederazione non ha al momento restrizioni.
Le persone che entrano in Svizzera dopo aver soggiornato in uno Stato o in una regione con rischio elevato di contagio devono mettersi in quarantena. Qui trovate le informazioni su questi Stati e regioni.
L’Italia non è tra gli Stati considerati dalla Svizzera ad elevato rischio di contagio, ad esclusione (ad oggi) del Veneto.
Per entrare in Svizzera non occorre presentare un test negativo del coronavirus.
Chi entra in Svizzera è talvolta obbligato a fornire i suoi dati di contatto. Questo è più frequente nel caso di passeggeri di voli aerei e di autobus a lunga percorrenza in provenienza da Paesi con elevato rischio di contagio. Questa prassi serve a due scopi: da un lato, per rintracciare i contatti nel caso in cui un passeggero sia infetto e quindi contagioso, e dall’altro i dati di contatto sono utilizzati dalle autorità cantonali per verificare mediante controlli a campione che l’obbligo di quarantena sia rispettato.
Restrizioni da parte dell’Italia
Per quanto riguarda le normative italiane, l’ultimo Dpcm del 14 gennaio 2021 disciplina gli spostamenti da/per l’estero fino al 5 marzo 2021.
Secondo il Dpcm sono liberamente consentiti, in base alla normativa italiana, gli spostamenti per qualsiasi ragione verso gli Stati del gruppo C, fatte salve le limitazioni previste in Italia su base regionale.
La Svizzera è inserita nel gruppo C. Per chi esce non ci sono limitazioni, mentre per chi entra in Italia da questi paesi c’è l’obbligo di test molecolare o antigenico effettuato a mezzo di tampone nelle 48 ore precedenti l’arrivo in Italia, con risultato negativo (in mancanza, è richiesto l’isolamento fiduciario).
Dunque il problema per il lettore sarebbe non tanto l’entrata in Svizzera ma il rientro in Italia dopo essere stato a trovare la compagna a Lugano.
Ci si può spostare per ricongiungimento familiare?
Il caso dei ricongiungimenti tra compagni, coniugi o altra persona con cui si ha una relazione stabile, è stato molto discusso, al punto che è nato anche un gruppo Facebook che conta quasi 10mila iscritti in cui ci si confronta e si raccontano le proprie esperienze: Gruppo Facebook Congiunti fuori regione
C’è anche un gruppo specifico che affronta proprio il tema delle coppie italo-svizzere, con circa 2000 iscritti: Gruppo Facebook Coppie Italia-Svizzera e non solo…
Per quanto riguarda la Lombardia, dichiarata zona rossa, in teoria sarebbero vietati gli spostamenti fuori dal proprio comune se non per motivi di lavoro, salute o necessità.
E’ però consentito in modo esplicito il ricongiungimento con coniuge o partner che viva in una città diversa per esigenze di lavoro (o per altri motivi), ma solo se il luogo scelto per il ricongiungimento coincide con quello in cui si ha la residenza, il domicilio o l’abitazione.
Il punto chiave è la parola “abitazione” (che non è il domicilio, né la residenza). L’abitazione viene così definita nelle risposte più frequenti fornite sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri:
Abitazione. Il concetto di abitazione non ha una precisa definizione tecnico-giuridica. Ai fini dell’applicazione del Dpcm, dunque, l’abitazione va individuata come il luogo dove si abita di fatto, con una certa continuità e stabilità (quindi per periodi continuativi, anche se limitati, durante l’anno) o con abituale periodicità e frequenza (per esempio in alcuni giorni della settimana per motivi di lavoro, di studio o per altre esigenze), tuttavia sempre con esclusione delle seconde case utilizzate per le vacanze. Per fare un ulteriore esempio, le persone che per motivi di lavoro vivono in un luogo diverso da quello del proprio coniuge o partner, ma che si riuniscono ad esso con regolare frequenza e periodicità nella stessa abitazione, possono spostarsi per ricongiungersi nella stessa abitazione in cui sono soliti ritrovarsi.
Alla luce di questa definizione, delle restrizioni imposte o non imposte dai due Paesi, la risposta al quesito del nostro lettore sembrerebbe essere sì, può raggiungere la sua compagna a Lugano.
Al passaggio della frontiera per entrare in Svizzera le autorità italiane potrebbero contestare però il suo spostamento e, nel peggiore dei casi, fargli un verbale. Verbale che può però essere impugnato con un ricorso al Prefetto, che in quel caso deciderà se aveva ragione il lettore oppure chi ha fatto il verbale.
Il consiglio è quello di munirsi di autocertificazione ben compilata ed esauriente, e di altra documentazione che attesti l’effettiva collocazione dell’abitazione che si deve raggiungere.
Il ritorno in Italia per il nostro lettore non presenta ostacoli, perché in quel caso la sua necessità è di raggiungere il proprio domicilio (o residenza), cosa che è sempre concessa.
E’ però possibile che al rientro in Italia venga richiesto il tampone negativo (vedi sopra). In mancanza, come detto, è possibile dichiarare che si farà l’isolamento fiduciario. Questa autodichiarazione può sempre essere sottoposta a verifica da parte delle autorità.
Resta valida per tutti la riflessione di un funzionario dell’area Dogane: «Proprio perché siamo in un territorio di confine e siamo ben consapevoli anche delle esigenze familiari, esercitiamo la discrezionalità che ci è concessa soprattutto in questi casi, ma con l’attenzione necessaria per tenere a bada i cosiddetti “furbetti”, che inventano ogni scusa fantasiosa per aggirare le norme. Detto questo ci appelliamo sempre al senso di responsabilità dei cittadini, che devono essere consapevoli del momento, del rischio e del ruolo di ciascuno nell’aiutare le autrità a far fronte a questa emergenza».
Per altre situazioni, dubbi o chiarimenti consigliamo di consultare il sito della Presidenza del Consiglio, dove sono elencati diversi casi con le relative risposte:
COVID-19 – Domande frequenti sulle misure adottate dal Governo
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