La Cgil estende la tutela legale ai lavoratori frontalieri in Svizzera
Firmata oggi dalle Cgil regionali della Lombardia e del Piemonte la prima convenzione in attuazione dell'accordo con il sindacato Unia per la doppia affiliazione
Grazie ad un accordo firmato oggi dalle Cgil regionali di Lombardia e Piemonte, i lavoratori frontalieri che lavorano in Svizzera saranno più tutelati.
La convenzione siglata tra il sindacato e un importante studio legale di Lugano è finalizzata a garantire la tutela dei lavoratori che prestano la propria attività nei Cantoni di confine, ma residenti in Italia.
Si tratta della prima convenzione della Cgil con un paese estero di confine, e rappresenta, di fatto, un’estensione del campo di applicazione delle tutele soggettive a favore di lavoratori che fino ad oggi faticavano a trovare il luogo della presa in carico dei loro bisogni. Un’esigenza reale, che ora verrà garantita dagli Uffici vertenze di Cgil Lombardia e Piemonte e, attraverso questi, dal legale.
La Convenzione è stata stipulata in attuazione dell’accordo del 3 maggio 2019 tra la Cgil e il sindacato Unia Uss sulla doppia affiliazione, per promuovere la più ampia ed efficace assistenza legale dei lavoratori e delle lavoratrici iscritti alle OO.SS. affiliate italiana e svizzera.
L’estensione delle tutele legali riguarderà i lavoratori frontalieri che prestano la propria attività in uno dei cantoni di confine e residenti in Italia anche oltre i 20 km dal confine di Stato e che, di norma, attraversano la frontiera quotidianamente, ma anche lavoratori distaccati transnazionali con un datore di lavoro con domicilio o sede sociale in Italia che forniscono una prestazione lavorativa nell’ambito di un contratto concluso con il destinatario della prestazione o per un’impresa con sede in Svizzera, per una durata massima di 3 mesi per anno civile.
Il campo di applicazione delle tutele coprirà casi come il recupero del credito salariale dal datore di lavoro solvente o da un datore di lavoro gravemente indebitato o fallito; la disdetta ordinaria o il licenziamento immediato; vertenze riguardanti il diniego o revoca di permessi UE/AELS; invalidità, infortunio, malattia e relativa casistica.
«L’estensione delle tutele offerte dalla Cgil in collaborazione con Unia si concretizza in un periodo di forti difficoltà – hanno commentato i firmatari dell’accordo – Difficoltà che, per i lavoratori transfrontalieri, si sommano alle problematiche sanitarie ed economiche determinate dalla pandemia nel mondo del lavoro e ai problemi di gestione e coordinamento internazionale che ha visto in questi mesi un incremento del numero di contenziosi».
(Nella foto qui sotto i firmatari dell’accordo. Da sinistra: Sergio Fassina (coordinatore Uffici vertenze Cgil Lombardia), Pier Massimo Pozzi (segretario generale Cgil Piemonte), Elena Lattuada (segretaria generale Cgil Lombardia), Giuseppe Augurusa (responsabile Frontalieri Cgil).
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