Mille giovani per BlogLab, l’esperienza che “trasforma” gli studenti in giornalisti
Durante Glocal, il festival di giornalismo realizzato da VareseNews, diamo spazio agli studenti di tutta Italia, permettendo loro di fare da reporter per tre giorni
Quando nel 2012 abbiamo iniziato a progettare la prima edizione del festival Glocal, il pensiero è subito andato ai ragazzi delle scuole superiori e a quelli di Scienza della comunicazione.
Da sempre Varesenews ha tessuto relazioni forti con il mondo della scuola e ora nasceva la possibilità di far nascere un progetto mirato, un mix di formazione, gioco e ricerca sul campo per conoscere meglio il territorio. Due partner istituzionali di peso come l’Ufficio scolastico territoriale e il Consiglio regionale della Lombardia e poi tanto entusiasmo. In nove anni sono passati mille ragazzi e in tanti hanno scelto di partecipare anche una seconda volta vista l’esperienza positiva.
La prima edizione resterà per sempre nel cuore perché grazie al terzo partner, Hagam, abbiamo formato i cento ragazzi iscritti facendoli diventare piccole redazioni. Il primo passaggio fu scegliere un nome e una grafica, un indirizzo fisico che avrebbe portato alla prima prova: scrivere una storia che riguardasse il proprio spazio. La seconda riguardava interviste a personaggi del territorio e l’ultima la Regione Lombardia. Una caratteristica, quella del legame con lo spazio, che è sempre rimasta nelle nove edizioni. Nel video vedrete una delle prime squadre in azione proprio nell’edizione del 2012.
In concreto poi, durante il Festival Glocal capita spesso di vedere una scena come questa: un gruppo di 3 o 4 ragazzi che con taccuini in mano, macchine fotografiche e cellulari pronti a filmare accerchiano gli ospiti più o meno famosi di un incontro per un’intervista.
È la magia di BlogLab, il laboratorio di giornalismo per studenti che fin dalla nascita del festival accompagna questo appuntamento portando centinaia di ragazzi ad approcciarsi a questo mondo con il loro sguardo e le loro idee.
La formula di BlogLab da sempre prevede la creazione di “micro redazioni” da parte degli studenti che dovranno realizzare contenuti multimediali: non solo articoli dunque ma anche foto, video e dovranno comunicare tutto quanto da loro prodotto attraverso i social media. E se nel corso degli anni sono cambiate tante cose -dai social che usano i ragazzi al formato dei video che realizzano- il nocciolo dell’appuntamento non è mai cambiato ed è ben raccontato da una lettera. Quella del padre di un ragazzo che partecipò alla prima edizione che si intitola Ma guarda cosa sa fare mio figlio! (clicca qui per leggere tutta la lettera).
Caro Direttore,
permettimi di presentarmi: sono un genitore [e] non mi ero particolarmente agitato avendo avuto, dalla prole, notizia della partecipazione: “sai papi, siamo una delle redazioni che faranno il Blog di VareseNews!”. Vabbè, ho pensato da vecchio scafato, staremo a vedere che roba è… Ma giovedì sera, al ritorno dal lavoro, ho cominciato a capire; al posto della solita ameba mucillaginosa spalmata sul divano che alza svogliata la manina – “ciao papi”, avevo nel salotto 6 diciottenni, prevalenza femminile, membri di due delle tue “redazioni”, che smanettavano con computers, telefoni, macchine fotografiche. Mi hanno aggredito subito costringendomi a tirar fuori libri della vecchia Varese, immagini ed anche, qui so che stupirò te ed i colleghi genitori alla lettura, chiedendomi cosa ne pensavo o ne sapevo di questo e di quello. Già, chiedevano a me, consapevoli dell’esistenza di altri umani e vedendomi non già come il solito Bancomat con le gambe, ma come qualcuno in possesso di esperienze e conoscenze utili per loro.Vedi, Caro Direttore, in questi tre giorni gli oltre cento ragazzi e ragazze che hanno rincorso la tua idea di partecipazione hanno assaggiato un modello di relazione diverso, hanno iniziato ad usare consapevolmente strumenti tecnologici che credevano adatti solo per altri scopi, hanno parlato tra loro e con gli adulti, cercato, frugato, ispezionato, hanno insomma, consentimi di dirlo, vissuto intensamente. So bene, come anche tu lo sai, che non erano prima solo amebe mucillaginose e che non sono dopo diventati dei genii, ma sono certo che li hai toccati nel profondo.
Un Genitore (da oggi con la G maiuscola!)
Il laboratorio dura sempre dal giovedì -prima giornata del festival- fino più o meno all’ora di pranzo di sabato con la premiazione, poi, alle 18. In quell’arco di tempo la giuria lavora per valutare le singole squadre mentre i ragazzi sono liberi. Nel 2014, però, una squadra decise di sfruttare quel tempo per intervistare i membri di tutti gli altri team per raccogliere impressioni e commenti. Un video che rende bene l’idea di quello che è BlogLab.
Il migliaio di ragazzi e ragazze che per tre giorni indossano il badge di BlogLab, normalmente, arriva da ogni angolo della provincia. C’è stato però un anno in cui BlogLab ha valicato i confini e ha richiamato ragazzi da tutta Italia. Nel 2017, infatti, il sostegno dell’Ite Tosi di Busto e della Fondazione Merlini ha permesso ad una cinquantina di ragazzi da Udine a Napoli passando per Torino, Bari e tanti altri comuni di raggiungere Varese per raccogliere la sfida di BlogLab.
E mentre anno dopo anno sono cambiati i ragazzi chiamati a cimentarsi in questa prova, a non cambiare mai è stata l’idea di offrir loro qualche spunto di racconto, anche a pochi passi da casa, per realizzare veri e propri reportage. Nella prima edizione, ad esempio, furono ospitati nel (ora ex) quartier generale di Whirlpool a Comerio, un anno visitarono il MA*GA di Gallarate durante la grande mostra su Missoni, un altro il Birrificio Poretti di Induno Olona e i beni liberty di Varese. Nell’anno poi della presenza degli studenti di tutta Italia il viaggio fu tra i beni UNESCO della Provincia di Varese, opportunità che diede ai ragazzi la possibilità di sperimentare linguaggi e tecniche, come nel video qui sotto
Ogni anno, tra l’altro, il Laboratorio è sostenuto dal Consiglio Regionale della Lombardia. Una partnership consolidata che offre ai ragazzi la possibilità di partecipare ad una vera e propria conferenza stampa nel corso dei tre giorni e che permette alla squadra vincitrice di andare in visita al Pirellone e seguire da vicini i lavori dell’Ufficio Stampa.
Una ricetta ormai consolidata che, però, in questo 2020 è stata inevitabilmente stravolta. Nonostante il covid BlogLab non si è fermato ma ha rilanciato la sua prima edizione tutta a distanza e con una missione sola: realizzare un prodotto multimediale (testo, foto e video) in cui narrare la propria vita, la crescita, i rapporti e la quotidianità che stanno vivendo al tempo del covid. Un lavoro ampio, con mille sfaccettature e tante emozioni che potete leggere cliccando qui.
Un’edizione che da un lato ha quindi tolto la bellezza del respirare l’aria del festival ma che dall’altro ha permesso ai ragazzi di sbizzarrirsi e dare pieno sfogo alla propria creatività, realizzando lavori come quello che vedete qui sotto.
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